È la sfida dei pallottolieri. Quello più grande ci porta al computo generale delle elezioni regionali svolte quest’anno. Escludendo la Val d’Aosta, abbiamo finora un due a uno per il centrodestra, che ha tenuto Marche e Calabria così come non ha espugnato la Toscana.
Ora, il secondo trittico che si gioca tra oggi e domani - Veneto, Campania, Puglia - potrebbe o confermare la regola della continuità o regalare qualche sorpresa. Che qualora ci fosse potrebbe, a occhio, riguardare la Campania, dove il Pd ha lasciato al Movimento 5 Stelle l’onere e l’onore di portare la bandiera, affidata a Roberto Fico candidato presidente. A rischio, chissà quanto scientificamente calcolato, di sacrificare parte dell’elettorato deluchiano.
Povera Schlein, altro che rivincita: le Regionali si trasformano in un autogol
Povera Schlein, da lunedì sera avrà qualche problema in più, perché neanche stavolta le rius...Già, molto della partita si gioca su questo. Vincenzo De Luca, il Presidente di Regione diventato una figura al confine tra l’icona pop-localista e il meme, negli anni aveva fatto del Movimento 5 Stelle il bersaglio privilegiato dei suoi strali, efficaci non c’è che dire, soprattutto in video. E ora si è trovato a condividere dolorosamente, per non dire subire, il passaggio del testimone alla guida della coalizione proprio con uno di loro. E non uno a caso: Roberto Fico incarna il grillismo prima maniera, in quella quota trasmigrata poi nell’era contiana. Dunque zero esperienza amministrativa (sul curriculum professionale pure, siamo lì) slogan e assistenzialismo.
L’altro ventricolo della partita è un centrodestra che vede un candidato scelto nel mazzo del governo, il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, Fratelli d’Italia. Più un’area moderata sempre effervescente, con Forza Italia guidata da Fulvio Martusciello (mister 100mila preferenze alle Europee) che vuol allungare molto oltre la soglia della doppia cifra. Di ingredienti per un colpaccio del centrodestra ve ne sono parecchi.
Difficile che la discontinuità si crei in Puglia. La sinistra, qui, schiera l’eurodeputato Pd Antonio Decaro, per tentare di aggiungere un’altra tessera all’epopea della sinistra regionale, iniziata nel lontano 2005. La sua è stata una scelta sofferta, adottata in un braccio di ferro con la segretaria Elly Schlein. Il problema era non avere nell’orbita del progetto i due predecessori, Nichi Vendola e Michele Emiliano. Il primo se lo ritroverà in lista. Il secondo non è escluso si riaffacci per la giunta. Il centrodestra schiera Luigi Lobuono, imprenditore, già numero uno della Fiera del Levante, che vanta gradimenti trasversali.
Capitolo Veneto. La sinistra per una gara impossibile “sacrifica” Giovanni Manildo, Pd, ex sindaco di Treviso. E si può dire che la sfida è tutta nel campo del centrodestra, attorno ad Alberto Stefani, giovane vicesegretario leghista che raccoglie il testimone da Luca Zaia.
Regionali in Veneto, Campania e Puglia: il primo dato sull'affluenza, cosa filtra dai seggi
Seggi aperti in Veneto, Campania e Puglia, le tre Regioni italiane i cui tredici milioni circa di elettori sono chiamati...Ecco gli elementi. Il primo è il derby tra Fratelli d’Italia e Lega su chi avrà percentuale maggiore. Il secondo elemento è il numero delle preferenze di Zaia, capolista in tutte le circoscrizioni. Il terzo elemento è il numero delle preferenze dell’azzurro Flavio Tosi. E qui, infatti, entriamo nel secondo pallottoliere, quello più piccolo. Che non riguarda il computo totale delle regioni tra destra e sinistra. Ma le sfide dei partiti.
Per il Pd, un’Elly Schlein chiamata a mantenere una certa quota di consensi, a protezione dagli assalti interni. Per il Movimento 5 Stelle, Conte deve cercare di tamponare il trend di risultati negativi a livello territoriale. Nel centrodestra, se Fratelli d’Italia gioca la riconferma della sua alta vetta di consenso, è aperta tra Forza Italia e Lega come secondo partito della coalizione. È vero che nelle elezioni regionali occorre sempre considerare il carattere molto territoriale degli appuntamenti, ma i vari appuntamenti, affiancati l’uno all’altro, possono fornire una parte del quadro di consenso quando manca un anno e mezzo al rinnovo del Parlamento.




