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Immigrazione e sicurezza: il patetico bluff del Pd di Elly e dei grillini

di Daniele Capezzonedomenica 23 novembre 2025
 Immigrazione e sicurezza: il patetico bluff del Pd di Elly e dei grillini

3' di lettura

Sì, non c’è dubbio. Deve trattarsi di casi di omonimia, non può esserci altra spiegazione, e soprattutto non possono essere le stesse persone a parlare. L’altra settimana, discesa sulla Terra da un pianeta lontano, Elly Schlein aveva improvvisamente scoperto il tema dell’ordine pubblico, dopo un paio d’anni passati a gridare contro il governo per i decreti sicurezza (“torsione securitaria”, “svolta autoritaria”), a sostenere referendum per la cittadinanza facile agli immigrati, a mandare in tv i suoi campioncini a negare l’esistenza del problema (è solo “percezione”).

Ieri è tornato sulla questione Giuseppe Conte, che, nei suoi funambolismi, ora vorrebbe farci credere di essere una specie di controfigura dell’ispettore Callaghan, implacabile contro il crimine. Ah sì? Peccato si tratti di quel Conte che, dopo la rottura dell’esperienza gialloverde e per accreditarsi come premier giallorosso, nel passaggio dal Conte uno al Conte bis non si fece scrupolo nel far votare i suoi parlamentari per mandare a processo Matteo Salvini proprio sul tema del contrasto all’immigrazione irregolare.

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Con questo pedigree e con questi precedenti, pensare di attaccare il governo sul terreno della sicurezza appare surreale e ridicolo. Anche perché- ecco il punto- proprio i piddini e i grillini sono quelli che hanno pervicacemente negato per anni l’esistenza di un rapporto tra immigrazione clandestina e curva dei reati.

In questo senso, vale la pena di recuperare le parole chiare che ad aprile scorso, in occasione della Festa della Polizia, furono pronunciate dal capo della Polizia Vittorio Pisani e dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi. Pisani ha esplicitamente evocato il “crescente fenomeno della criminalità straniera, soprattutto in determinate aree metropolitane”, e Piantedosi ha qualificato l’immigrazione illegale come “fattore di instabilità”.

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Sono parole da recuperare e rilanciare. Per anni, con rare eccezioni politiche (Giorgia Meloni e Matteo Salvini), in Italia si era affermato un racconto edulcorato e falsificante, volto a negare-attutire-attenuare il problema dell’immigrazione clandestina (“non è un’invasione”), a escludere il legame (che invece è di spettacolare evidenza) tra immigrati illegali e commissione di reati, a derubricare tutto a “percezione”, se non addirittura a rovesciare sui cittadini una sorta di colpevolizzazione (trattandoli da xenofobi e da razzisti).

Ora, proprio i dati degli ultimi mesi ci dicono il contrario, con circa l’8% di stranieri residenti in Italia coinvolti più o meno nel 34% dei reati (con punte particolarmente odiose: circa un furto o una rapina su due, e oltre il 40% delle violenze sessuali).

Non si tratta – come si vede – di piegare le cifre a una narrazione, di “torturarle” per estrarre ciò che è funzionale a un racconto cattivista. Semmai, per anni, si è fatto l’inverso: ci si è bendati pur di non leggere quelle cifre eloquenti, nel tentativo di gettare fumo negli occhi degli italiani.

E chi ha osato rompere gli schemi e squarciare il velo dell’ipocrisia, come Matteo Salvini, si è incredibilmente ritrovato sotto processo, come ricordavo poco fa. E si avvicina l’11 dicembre, giorno in cui la Cassazione dovrà pronunciarsi sul suo caso.

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Anche per questo è estremamente importante ripartire dalle parole di aprile del dottor Pisani e del ministro Piantedosi. Sono parole di verità, che mettono nero su bianco ciò che gli italiani vivono quotidianamente.

Non è facile, questo è chiaro, tradurre in pratica le intenzioni del governo e del centrodestra. La domanda di sicurezza che proviene da noi persone comuni (24 ore su 24, 365 giorni all’anno) non potrà mai essere integralmente soddisfatta. Ma non è possibile confondere chi sta provando a fare qualcosa (il governo) con chi prima ha creato il problema e ora (come fa la sinistra) vorrebbe anche specularci sopra politicamente.