"Credo sia meglio per Garofani lasciare il suo ruolo". A poco meno di una settimana dallo scoppio del caso-Quirinale, è Ignazio La Russa a suonare la carica e chiedere un passo indietro a Francesco Saverio Garofani, il consigliere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che secondo una lettera anonima firmata "Mario Rossi" e pubblicata dalla Verità durante una cena di tifosi giallorossi a Roma si è lanciato in commenti poco lusinghieri nei confronti del governo di Giorgia Meloni, auspicando inoltre la nascita di una formazione moderata in grado di contrastare il centrodestra. Parole che hanno scatenato la reazione di Fratelli d'Italia e che lo stesso Garofani ha minimizzato, senza mai smentirne il contenuto.
"Credo che il segretario del Consiglio Supremo di Difesa, che si deve occupare della difesa nazionale, sia meglio che lasci quel ruolo", spiega oggi La Russa, presidente del Senato, nel suo intervento a Direzione Nord. "Che Meloni non c'entrasse niente era del tutto evidente - sottolinea il presidente di Palazzo Madama -. Si parla di un Consigliere che in ambiente di tifosi, a ruota libera, si è lasciato andare improvvidamente a tutta una serie di valutazioni su governo, su Meloni".
La sua però non è una richiesta, ma un suggerimento, come spiegato poco dopo "rettificando" in parte quanto già apparso online con una nota ufficiale. "Spiace che avere risposto a una domanda sul consigliere Garofani possa pensare di far riaprire un caso che, anche io, come Giorgia Meloni, considero chiuso e sul quale ho espresso personalmente sin dal primo minuto, piena solidarietà al presidente Mattarella. Certo, ho detto, forse in maniera troppo sincera, che Garofani potrebbe essere imbarazzato a svolgere il ruolo non di consigliere ma di segretario del Consiglio Supremo di Difesa. Ma non tocca a me chiedere le sue dimissioni e nemmeno l’ho fatto".
Quella mail anonima spedita ai giornali domenica mattina
Il “caso Garofani” inizia con una mail inviata domenica mattina, alle 13,24, da un indirizzo di posta intest...La Russa ha però rivendicato la piena legittimità delle contestazioni rivolte al consigliere: "Se lo dice un consigliere del presidente della Repubblica non si può addossare questo pensiero al presidente, ma una critica a questo consigliere è assolutamente legittima, soprattutto se gli è stata chiesta una smentita e lui ha detto 'si trattava di chiacchiere di amici'". Il presidente del Senato ha poi aggiunto un paragone destinato a far discutere: "Fosse stato uno di destra oggi lo vedremo appeso ai lampioni di qualche città o cattolicamente crocifisso". La Russa ha infine chiuso la questione ricordando che quelle espresse da Garofani sono "suoi personali desideri, che non sono degni di uno che fa il Consigliere del Presidente".
Piazzapulita, Michele Serra: "Corrado, facciamo attenzione stasera..."
Se la cantano, se la suonano e se la ridono, Michele Serra e Corrado Formigli. Il tradizionale collegamento a Piazzapuli...Dal canto suo la stessa Maloni, a margine della conferenza stampa del G20 a Johannesburg domenica, ha ribadito: "Ho parlato direttamente con il presidente della Repubblica, ho chiarito tutta la questione. Approfitto per ribadire l'ottimo rapporto che da sempre ho con il presidente Mattarella. Non penso sia il caso di tornare su questa vicenda". Le parole del consigliere in ogni caso sono state, sottolinea, "istituzionalmente e politicamente inopportune" anche perché "pronunciate in un contesto pubblico".




