Il Partito Democratico è lacerato da divisioni interne sull’antisemitismo, con una spaccatura tra filo-israeliani e sostenitori pro-palestinesi. Al centro della polemica, il disegno di legge presentato da Graziano Delrio e alcuni senatori dem della minoranza, che introduce misure contro l’odio antiebraico. Il progetto ha scatenato reazioni furibonde: Angelo Bonelli lo ha definito “sconcertante”, e mezzo partito lo interpreta come un attacco alla segretaria Elly Schlein, forse un manifesto anti-Albanese.In un’intervista al Corriere della Sera, Delrio si dice incredulo e preoccupato per la “deriva filopalestinese” nel Pd. Spiega: "Credo sia una reazione che dipende dalle critiche arrivate dal manifesto e dalle dichiarazioni di Bonelli, che peraltro hanno posto obiezioni discutibili".
Ricorda di aver discusso l’iniziativa due mesi fa nel gruppo, raccogliendo appelli da professori, giovani ebrei e società civile: "C’è un clima irrespirabile. Questo fenomeno va combattuto, non riguarda gli ebrei ma la qualità della democrazia". Sottolinea che, con proposte simili dalla destra, il Pd non poteva mancare.Delrio nega che sia una mossa interna contro Schlein: "È una bugia che si sta cercando di far passare". Ha collaborato con colleghi di tutte le anime del partito e invita a lavorare insieme in Parlamento: "Si vuole o no prendere un’iniziativa contro l’antisemitismo?".
Dal Nazareno è giunta la richiesta di ritirare il ddl, ma lui rifiuta: "Non si possono chiedere abiure. Negare l’evidenza di questa ondata di antisemitismo in Europa e nel mondo è chiudere gli occhi e io gli occhi non li chiudo. Sui diritti delle persone non si possono fare calcoli di partito».Ammette che alcuni firmatari si sono sfilati, come Antonio Nicita: «Sono dispiaciuto, ma non faccio polemiche".




