La vicenda dello screzio tra il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, e quattro studenti di Medicina del collettivo di sinistra Udu sta assumendo toni grotteschi. Quanto è accaduto è noto: alla festa di Fdi di Atreju il ministro stava per prendere la parola quando i ragazzi l’hanno contestata, cercando di impedirle ogni ragionamento. «Cito Berlusconi, siete i soliti comunisti, inutili: ascoltate prima di criticare» ha replicato lei. Apriti cielo, l’indomani da sinistra è tutto un pretendere pubbliche scuse e addirittura le dimissioni del ministro. Perché non anche un pellegrinaggio espiatorio a Lourdes o una fustigazione sulla pubblica piazza a questo punto?
Sono ragazzi, sono studenti, non si fa, ammoniscono con il ditino alzato Elly Schlein, la coppia Fratoianni-Piccolotti, Riccardo Magi e altri, gente non nota per i suoi modi politici urbani, per capirsi.
«Non strumentalizziamo, non usiamo gli studenti come armi improprie per fare politica: quei giovani sono piccoli Landini e piccole Schlein usati dalla politica» ha controreplicato il ministro, con un vano appello a parlare di contenuti. Poiché si parla di università, proviamo a imparare qualcosa da questa storia.
1) Gli studenti protestavano contro il cosiddetto semestre filtro, che sostituisce il test d’ingresso di medicina, temutissimo e più volte criticato per la sua forte casualità selettiva, con un metodo più razionale: tutti possono iscriversi, ma va avanti solo chi riesce a dare esami, per gli altri scatta la tagliola. Scrematura dolorosa ma necessaria, fondata sul merito e sul campo, visto che lo Stato riesce a formare solo un numero limitato di medici. Perché criticare da sinistra una riforma che mette tutti uguali ai nastri di partenza, se non per il solo fatto che viene da destra?
2) Non c’è ragione, infatti i quattro studenti, fuori luogo se non già fuori corso, contestavano al ministro che il metodo li rende ansiosi e li mette in competizione tra loro. Perbacco...
A parte che un po’ di agitazione è connaturata a ogni esame, anche per chi ha nervi d’acciaio, la competizione, grazie alla nuova riforma, è stavolta solo con se stessi e non con gli altri concorrenti del test a premio che c’era prima. Stiamo poi parlando di ragazzi che si candidano ad avere in mano la vita altrui, ad aprire corpi e operare. Non ci dicano che soffrono lo stress già a libello di lezioncina sui libri, non sono credibili.
3) Cosa dovrebbe fare un ministro a cui è impedito di parlare, secondo le candide anime della sinistra che chiedono la testa di Bernini? Nascondersi dietro la lavagna? Trattare studenti che fanno politica e lo sfidano come poppanti dell’asilo a cui non si può rispondere?
Mandandoli a quel paese, l’esponente di Forza Italia li ha nobilitati, li ha portati al suo livello malgrado i loro bassi argomenti e le loro meschine finalità. Dovrebbero ringraziarla, come dovrebbero fare Fratoianni e compagni, che così hanno avuto un’occasione di visibilità immeritata. Chi critica ha il diritto di farlo, ma il dovere di aspettarsi risposte che non gradisce.
4) Sarebbe il caso di smetterla di dire che un politico è criticato dagli studenti, dai lavoratori, dai pensionati, da qualsivoglia categoria, quando in realtà a contestarlo sono solo quattro gatti, pregiudizialmente contrari per disciplina di partito. Tutti noi vantiamo una manciata di odiatori e antipatizzanti, questo non significa avere contro mezzo mondo.
Quattro studenti di estrema sinistra sono solo quattro comunisti, come ha detto Bernini, non rappresentano tutti i medici presenti e futuri. Categoria peraltro, come sa bene chiunque abbia fatto una visita specialistica, dove le mosche rosse non abbondano.
5) Non si è capito perché Schlein e soci si siano tanto agitati per l’epiteto comunista. Da quando lo ritengono infamante? Si sono convertiti? Ce ne rallegriamo; nel caso, facciano pubblica ammenda, come chiedono ogni due per tre agli altri di fare. I progressisti bollano come fascista tutto ciò che non è conforme a loro e poi si adombrano se qualcuno dà del comunista a chi è e si comporta come tale. O forse è quell’inutile, interpretabile un po’ come somari, trattandosi di studenti, che ha dato fastidio. E si può capire che, nel campo largo degli utili idioti, se qualcuno perde l’utilità, gli resta solo il suo calibro intellettuale.
6) Atreju si sta dimostrando ogni annodi più una kermesse aperta, inclusiva e dove chiunque può argomentate dal palco anche se la pensa diversamente dal padrone do casa.
Quanto ha davvero voglia l’opposizione di farlo? Elly Schlein non ne ha per nulla e lo ha dimostrato. Gli altri? La sinistra ha paura di perdere consenso se per una settimana sostituisce gli insulti con le parole?
Non può esercitare le sue giovani leve a qualcosa di meglio della litania del governo fascista da attaccare a testa bassa e basta?




