Via libera della Commissione Bilancio alla manovra. Dopo le tensioni degli ultimi giorni, alla fine la maggioranza e il governo sono riusciti a trovare la quadra sul provvedimento che, a questo punto, come confermato dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, approderà in Aula domani alle 9.30.
Anche ieri i lavori della Bilancio si sono allungati per una misura fuori copione, che ha causato la sospensione della seduta. La scintilla che accende lo scontro tra maggioranza e opposizione è l’emendamento di Fratelli d’Italia, riformulato dal governo, che riabilita il condono edilizio del 2003.
Sulla proposta, sgradita alle minoranze, pronte all’ostruzionismo, i senatori di Fdi si sono impuntati per inserirla a tutti i costi nella legge di bilancio. Alla fine lo stalllo è stato superato con un escamotage: trasformando la proposta di modifica in un ordine del giorno, Fdi e il centrodestra, afferma il presidente dei senatori meloniani, Lucio Malan, hanno ottenuto «una significativa vittoria».
«L’impegno del governo consentirà adesso di sanare finalmente quelle situazioni che da troppo tempo si stanno trascinando, penalizzando migliaia di cittadini e famiglie» esclusi dal precedente condono, ha ribadito Malan.
«È una nostra vittoria, è stato di fatto ritirato: un odg non si nega a nessuno ma come si sa non ha valore vincolante», sottolineano i capigruppo delle opposizioni. Ma quella sul condono è l’ennesima tensione in una giornata che si era aperta con l’arrivo a sorpresa a Palazzo Madama del ministro dell’Economia. Non farà un passo indietro ma, dice Giancarlo Giorgetti, «alle dimissioni ci penso tutte le mattine, sarebbe la cosa più bella da fare per me». Però «siccome è la ventinovesima legge di bilancio che faccio so perfettamente come funziona, sono cose molto naturali».
Il riferimento è alle polemiche delle ultime ore, con la Lega, il suo partito, che ha battagliato per cancellare l’emendamento del Mef che inaspriva le norme sul riscatto della laurea e le finestre mobili per la pensione anticipata. Il titolare del Tesoro si presenta di nuovo a sorpresa a Palazzo Madama e parla per la prima volta dopo la protesta del Carroccio. E illustra ai senatori della commissione Bilancio il nuovo emendamento depositato poche ore prima dal governo. Dentro ci sono misure su imprese, pensioni e Tfr. Ma anche nuovi tagli. «C’è un Parlamento, ci sono le commissioni, ci sono le proposte del governo, ma alla fine» spiega il titolare del Tesoro «a me interessa il prodotto finale, non il prodotto che presento io». Fa da scudo ai tecnici del ministero: «Naturalmente crediamo di aver fatto delle cose giuste, di lavorare bene nell’interesse di tutti gli italiani”. Ma, conclude, «adesso tocca al Parlamento».
Nel pomeriggio, in effetti, arriva il via libera della commissione Bilancio all’emendamento del governo.Nel nuovo testo ci sono le risorse per i crediti d’imposta di Transizione 5.0 e per la Zona economica speciale (Zes) le misure sul Tfr, tra cui l’adesione automatica alla previdenza complementare per i neo assunti.
Ma c’è anche un contributo da 1,3 miliardi a carico delle assicurazioni, le risorse per il Piano casa, la mobilità e le opere pubbliche, insieme alla riprogrammazione degli stanziamenti relativi al Ponte sullo Stretto di Messina alla luce dello stop della Corte dei conti. Con un subemendamento di Lega e Fdi arriva un’ultima modifica, con l’estensione ai contratti rinnovati nel 2024 dei benefici della tassazione agevolata al 5% sugli incrementi retributivi corrisposti dal primo gennaio 2026, con la platea dei beneficiari ampliata ai redditi fino a 33mila euro.
Ma ci sono anche nuovi tagli. Aumentano ulteriormente i tagli all’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci. L’emendamento del governo aumenta la sforbiciata di 50 milioni nel 2033 e di 100 milioni dal 2034. La legge di bilancio, nel testo originario, già prevedeva una decurtazione di 20 milioni nel 2027, 60 milioni per il 2028 e 90 milioni dal 2029.
Salta la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipatamente (64 anni e 20 anni di contributi) cumulando le rendite dei fondi pensione all’assegno previdenziale per raggiungere gli importi mensili previsti. L’emendamento sopprime una norma introdotta dalla legge di bilancio dello scorso anno, ottenendo così risparmi annuali di 130,8 milioni nel 2035.
Esprime «grande soddisfazione» la Lega che rivendica i «3 miliardi in più per i pagamenti alle imprese, per garantire grandi opere come il Ponte sullo Stretto, per il Piano Casa per giovani e genitori separati, senza aumentare l’età per andare in pensione». La senatrice di Fi, Licia Ronzulli, rivendica l’approvazione di un suo emendamento che riconosce a tutti gli infermieri, pubblici e privati, la stessa aliquota agevolata del 5 per cento sugli straordinari: «Questo intervento corregge una distorsione introdotta nella manovra dello scorso anno, che limitava questa agevolazione ai soli dipendenti pubblici».




