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Anche l'Economist boccia gli accordi con Gheddafi sull'immigrazione

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Riprendendo il monito della Caritas, il settimanale inglese rilancia il tema. "Inutile il patto con la Libia. I flussi sono via terra"

Roberto Amaglio
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Dopo le notizie provenienti da Linosa sugli sbarchi di immigrati e il monito della Caritas, anche l'Economist evidenzia i limiti delle politiche nazionali sull'immigrazione clandestina e gli accordi con la Libia. Nel numero in edicola da domani, nella rubrica "Charlemagne" (dedicata questa settimana ai problemi dell'immigrazione in Europa), il settimanale britannico offre dei numeri e delle indicazioni che certificano come i flussi migratori non si siano fermati, ma abbiano nella migliore delle ipotesi cambiato modalità. "Non è vero che l'invasione è stata fermata – scrive l'Economist –. Come la Caritas ha fatto notare questa settimana, anche nel 2008, quando gli attraversamenti del Mediterraneo erano al loro massimo, gli ingressi in Italia via mare erano comunque solo un quinto del totale stimato e la metà di questi godevano del titolo di rifugiato politico". In sostanza l'Economist fa notare come il fenomeno dell'immigrazione clandestina via mare sia solo una piccola parte del flusso e che, di conseguenza, gli accordi con la Libia non possano in alcun modo risolvere la questione. Insomma, per quanto lo stesso Economist testimoni un miglioramento degli sbarchi via mare ad agosto ("Non vi siano sbarchi di migliaia di africani e asiatici disidratati sulle spiagge delle Canarie, del sud della Spagna, della Sicilia e di altre isole italiane"), il fenomeno dell'immigrazione clandestina non trova una soluzione in Europa. "La realtà – secondo il settimanale – suggerisce che, in risposta all'accordo tra Gheddafi e Berlusconi, quanti in passato tentavano di entrare in Italia, stanno ora trovando più a est il loro ingresso in Europa, prediligendo la modalità via terra invece che per mare". Appello alla UE - Più che un attacco alla Lega e al governo italiano, però, il messaggio che emerge è che nessuno Stato nazionale possa adottare misure efficaci per dominare i flussi migratori. Proprio per la natura degli ingressi testimoniati dall'articolo, l'unica possibilità è un dispositivo normativo uniforme per ogni stato continentale: ma, considerata la scarsa influenza politica dell'Unione Europea, questo scenario sembra utopistico.

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