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Via subito voli gratis, diaria ridotta

I taglia alla Casta allo studio del governo: tutte le misure sul tavolo. Il ruolo del rapporto della Commissione Giovannini

Andrea Tempestini
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Il dossier “stipendi dei parlamentari” è sul tavolo del premier. «Il governo terrà conto dei risultati della commissione Giovannini per le successive determinazioni di propria competenza», recita la nota dell'ufficio stampa di Palazzo Chigi al termine del colloquio tra il presidente del Consiglio e il numero uno dell'Istat. Deputati e senatori sono avvisati: a metà gennaio, salvo altri stop, si cambia. Già si parla di rivoluzione sulle spese di rappresentanza, in particolare sul compenso dei portaborse (4100 in Senato, 3690 alla Camera) che sarà sottratto alla disponibilità di deputati e senatori e versato direttamente da Montecitorio e da Palazzo Madama per evitare collaboratori fantasma e onorevoli furbetti. La Lega, però, non ci sta e con il questore Paolo Franco avverte: trasferire la gestione di questo budget al Parlamento «costerà molto di più». Si vedrà. Addio anche alla libera circolazione su navi, treni, aerei e autostrade (solo gli italiani viaggiano gratis tra i Paesi dell'Ue). D'ora in poi, è il progetto che dovrebbe passare nonostante siano già pronte le barricate, sarà assegnato ai gruppi parlamentari solo un plafond di biglietti che ciascun partito poi gestirà al proprio interno. In modo così da fare risparmiare circa un milione di euro alla Camera e mezzo milione al Senato e cominciare ad abbattere gli  sprechi. Riduzioni anche per quanto riguarda la diaria mensile, cioè i 3500 euro che ogni onorevole s'intasca per le spese di soggiorno a Roma. Chi risiede nella Capitale, è il succo, non ha bisogno di tale benefit e dunque si prepari, sebbene a malincuore, a lasciare il gruzzolo. Piccoli aumenti in arrivo pure alla buvette. Però la casta stia serena: l'indennità di ogni parlamentare, cioè il suo effettivo stipendio in busta paga, non subirà alcuna variazione. Ogni cambiamento, inoltre, sarà deciso dall'Ufficio di presidenza delle Camere e non certo dal governo.    Ieri, tuttavia, Mario Monti ha incontrato Enrico Giovannini, a capo del gruppo di lavoro incaricato di comparare le indennità dei parlamentari italiani con quelle dei colleghi europei. Lavoro non completato causa mancanza di tempo, intoppi non bene precisati. I maligni sostengono che, in realtà, la mossa di affidare tale analisi al pool di esperti sia stato solo un modo della casta per prendere tempo, posticipare le odiate cesoie. E, in parte, Giovannini ha confermato le voci nell'affermare il seguente concetto: «La speranza che qualcuno aveva che una commissione di tecnici producesse risultati miracolosi sulla produzione dei tetti massimi non poteva essere soddisfatta», in quanto il lavoro del gruppo è stato «puramente informativo e non decisionale». A decidere su come procedere sarà, ovviamente la casta medesima, che non intende cedere neppure di una virgola su un tema così delicato («la competenza spetta al Parlamento», hanno ribadito più volte i presidenti di Camera e Senato) e dunque anche lo stesso capo del governo potrà solo studiare il dossier e confrontarsi con le massime cariche dello Stato, ma senza imporre tagli diretti. A Palazzo Chigi, comunque, si fa notare che l'attuale esecutivo è molto attento sull'argomento rigore e qualcosa è già stato fatto, in particolare con l'intervento sulle province. Giovannini ha mostrato a Monti i risultati dell'analisi comparativa, in parte già noti e consultabili e non riguardanti solo le indennità di deputati e senatori, ma anche delle altre figure apicali della pubblica amministrazione. «Non mi aspetto che ci siano delle decisioni prese a partire dai nostri dati», ha messo le mani avanti il presidente dell'Istat, «ma mi aspetto che ci siano poi risposte politiche». A proposito: il suo compenso, pubblicato sul sito dell'Istat è di 270mila euro lordi all'anno senza buona uscita per una carica di 4 anni rinnovabile per un solo mandato. Per i tagli ai costi della politica appuntamento, quindi, al 10 gennaio, giorno in cui riprende l'attività parlamentare dopo la pausa natalizia e si riunirà il collegio dei questori con una prima bozza sui tagli.    di Brunella Bolloli

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