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Ma Silvio scende in campo "La grana la risolvo io"

Berlusconi convoca i dirigenti Pdl: in ballo la questione degli iscritti, i congressi e le alleanze in vista delle amministrative

Matteo Legnani
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Ufficialmente si parlerà di candidature alle Amministrative. Sospesa l'alleanza di ferro con la Lega, il Pdl prova a giocarsi la partita in solitaria o, in alcuni casi, con l'ausilio di candidati a capo di liste civiche che piacciano anche al di fuori dell'area di riferimento del centrodestra. La parola d'ordine è: non perdere pezzi, soprattutto al Nord, dove il partito di Silvio Berlusconi, sondaggi alla mano, teme di più gli effetti della separazione del Carroccio. L'ex premier, però, nonostante le grane legali (il rinvio a giudizio su Media trade, gli sviluppi sul caso Ruby e il processo Mills) non perde la grinta. Il ghe pensi mi per lui più che un'espressione, è uno stile di vita, a maggior ragione adesso che c'è da risolvere il caos del tesseramento che rischia di oscurare i congressi. Per questo Berlusconi ha deciso: lunedì tutti da me a Villa Gernetto. Coordinatori, dirigenti e amministratori locali sono stati convocati a Lesmo, nella splendida residenza berlusconiana che da qualche mese sta soppiantando lo storico quartier generale di Arcore per le cene politiche di inizio settimana. Una mossa d'intesa con il segretario Angelino Alfano, che sulla questione tessere false non fa sconti a nessuno: «Se ci sono dei furbetti verranno cacciati dal partito», ha detto intervistato da Maurizio Belpietro alla “Telefonata” su Canale 5, «e non avranno modo di fare carriera né un destino al nostro interno». A conferma della linea dura, ieri sono stati azzerati i vertici pidiellini di Modena e Denis Verdini è diventato commissario pro-tempore con l'incarico di risolvere la faccenda sulla quale indaga la magistratura. Altri focolai di minaccia sono a Salerno, dove è intervenuta l'Antimafia, Bari, Vicenza. Il tutto mentre il partito è alle prese con la stagione congressuale: si voterà anche oggi e il prossimo weekend, a Roma invece manca ancora una data e le fibrillazioni non mancano. «Il Pdl è il partito del popolo, non dei mafiosi, e sul tesseramento si chiarirà tutto», ripetono in via dell'Umiltà. Il clima, però, resta elettrico. Si rischia un grave danno d'immagine in vista delle elezioni e Silvio sa che bisogna evitare qualunque passo falso. All'incontro di lunedì parteciperanno i tre coordinatori nazionali, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, i capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, oltre a governatori, presidenti di Provincia e sindaci. Sul tavolo anche le candidature nei Comuni considerati strategici per il voto di maggio, a cominciare  da Palermo. In molte città, infatti, il Pdl è stato tagliato fuori dal Terzo Polo e «bisogna correre ai ripari con la scelta di nomi forti  e autorevoli». Se c'è ottimismo sul fronte delle riforme, resta invece aperto il nodo Rai e il nervo scoperto della giustizia. Berlusconi, raccontano, ha molti dubbi sulla posizione del governo Monti e teme che la celebrazione di Mani pulite abbia come obiettivo quello di rilanciare l'azione massiccia delle tante procure italiane che negli ultimi anni avevano perso smalto. Sullo sfondo, poi, c'è sempre  la questione delle frequenze tv, un dossier che il Cavaliere segue in prima persona. di Brunella Bolloli

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