Bechis: dall'Imu all'Iva, racconto tutte le tasse del governo Monti
Si comincia a sperimentare l'effetto del prof: entra in vigore l'aumento delle addizionali regionali. A colpi di imposte non ci sarà crescita
Se eravate tifosi del governo di Mario Monti, convinti che la sola presenza del professore a Palazzo Chigi abbia salvato l'Italia dal crack, un consiglio: non aprite la busta paga di oggi. Perché vedreste scritto nero su bianco chi è il reale protagonista del salvataggio dei conti pubblici italiani: le vostre tasche. Aprendo con cautela quella busta paga, oggi si inizierà a scoprire lo scherzetto che avrà fatto a ciascuno il comune di residenza, grazie alla decisione del governo centrale che ha sbloccato le addizionali Irpef e tutte le tasse locali. Gran parte dei comuni non si sono fatti pregare, e visti i tagli ai trasferimenti del governo centrale, hanno colto l'opportunità e aumentato l'aliquota da questo mese. Con il decreto salva-Italia del 6 dicembre erano già state aumentate retroattivamente le addizionali Irpef regionali, e qualcuno ha già sperimentato sulla sua busta paga i morsi del nuovo fisco fra dicembre e febbraio. A chi finora si è salvato, l'amara sorpresa si manifesterà oggi. La stima Secondo i calcoli effettuati dal Caf Cisl nazionale il rincaro delle addizionali regionali arriverà fino a 137 euro all'anno, quello sulle addizionali comunali fino a 193 euro. In tutto 330 euro all'anno. Possono sembrare pochi 27 euro al mese di prelievo, ma riguarderanno anche stipendi assai bassi e si cumuleranno con l'aumento di altre tasse locali sbloccate (come la tariffa sui rifiuti), e con le decine di balzelli inseriti sia nelle due manovre del luglio-agosto scorso sia soprattutto con il decreto Monti di dicembre e con i provvedimenti successivi. Non fu d'altra parte molto diversa la cifra sparita dalle buste paga dei contribuenti italiani fra il 2007 e il 2008 proprio dovuta alle addizionali locali. Fu soprattutto per quello che prima ancora di cadere, il governo Prodi vide disintegrarsi la popolarità perfino nel centrosinistra. Tassametro Le addizionali purtroppo sono solo la prima puntata del tassametro 2012 fatto scattare da Monti senza possibilità di fermarlo. Fra maggio e giugno si pagherà l'Imu: aliquote maggiorate su tutti i beni a catasto, e ritorno della tassazione sulla prima casa generalmente assai superiore a quanto avveniva con l'Ici nel 2008. L'ultima novità è saltata fuori nelle ultime ore: l'Imu scatterà come avessero una seconda casa anche per gli anziani lungodegenti nelle residenze sanitarie e case di riposo che hanno ormai sostituito i vecchi ospizi, con aggravi che oscillano fra i 1.500 e i 2 mila euro l'anno. Novità in arrivo, sempre al rialzo, anche per l'Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) delle province. Si è parlato a lungo dell'abolizione di quegli enti locali, ma non se ne è fatto nulla. L'alternativa è stata quella di colmare i loro forzieri fiscali a spese dei cittadini. Assalto al portafoglio L'ultimo agguato alle tasche dei cittadini è previsto subito dopo l'estate. Il decreto Monti ha già stabilito che dal primo settembre salirà di due punti l'aliquota Iva massima, passando al 23%. Dal primo ottobre salirà invece di due punti l'aliquota Iva intermedia, passando al 12%. Ieri il sottosegretario Polillo ha spiegato che si sta lavorando sul taglio di agevolazioni fiscali (che farebbero comunque aumentare la pressione tributaria) in modo da dimezzare quell'aumento Iva da due punti a un solo punto e ricavare da quel mix i 4 miliardi inseriti nel bilancio dello Stato. Purtroppo questa ipotesi riguarda solo il 2012, perché nel 2013 l'aumento dell'Iva deve coprire non 4, ma 16 miliardi, e saremmo punto a capo. Di taglio di agevolazioni peraltro si parla da mesi, ma nessun aiutino fiscale è mai venuto meno. L'aliquota Iva massima è già aumentata nella seconda parte del 2011 dal 20 al 21%. Salendo di ulteriori due punti farebbe aumentare di circa l'1,6% in media i prezzi al consumo di beni a larga diffusione come bibite, cd, abbonamenti alla pay-tv, fatture (quando emesse) di avvocati, commercialisti, medici, idraulici etc… Prezzi su Due punti in più sull'aliquota intermedia farebbero aumentare la tassazione del 20% e i prezzi al consumo del 2% su caffè, zucchero, marmellata, acqua minerale, succhi di frutta, birra, frutta fresca, farmaci da banco, fiori, gas metano, elettricità, tram autobus e metropolitane, cinema, stadio, bar, tavole calde e ristoranti. Una stangata destinata a fare aumentare l'inflazione, e ridurre consumi e crescita, tornando al dramma da cui eravamo partiti. Perché con troppe tasse si mette sì una toppa facile, ma rapida e momentanea. Poi i problemi si aggravano. di Franco Bechis