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Non è l'arena, Massimo Giletti contro il No Green pass: "La svastica e il nazismo?"

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A Non è l'Arena torna Marco Liccione, esponente dei No Green pass e leader della associazione Variante torinese. Con Massimo Giletti, una settimana fa, era andato in scena uno scontro durissimo, con Liccione che si era staccato l'auricolare e aveva lasciato in diretta il collegamento. 

 

 

 

 

 

Sette giorni dopo, Giletti se lo porta direttamente in studio e dopo qualche sorriso di cortesia gli chiede: "Voi eravate in piazza a Roma (il giorno dell'assalto alla sede della Cgil, ndr), lei sapeva che là dentro c'erano delle svastiche?". "Le persone sono arrivate a un limite che non può essere più tollerato - spiega Liccione -. Quando viaggio tra le persone io leggo nei loro occhi 'ho fame, sono disperato, nessuno mi sta aiutando, nessuno mi sta ascoltando'. Le tv erano distanti da noi, queste piazze sono piene da mesi". 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Sì però lei lo Stato italiano lo timbra con una svastica", gli ricorda Giletti. "Lo riconosco, è un po' esagerato però penso che si deve vivere quella situazione, i giornalisti stanno in una campana di vetro". "Però io le svastiche le terrei fuori", ribadisce Giletti. "C'è però qualcosa a livello di discriminazione che accomuna gli italiani a quello che è successo 80 anni fa", interviene Momi El Hawi, ristoratore e tra i leader di Io Apro, anche lui in prima fila coi No Green pass. 

 

 

 

 

 

 

"Ragazzi, ma conoscete la storia del nazismo? C'è una ignoranza di fondo", lo interrompe sconcertato il padrone di casa. "Ma anche 80 anni fa è partita così, nella scuola, nei locali è poi è sfociata in tutto quello che è accaduto. Attualmente non è ancora paragonabile, siamo ancora in tempo".



 

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