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Controcorrente, Pietro Senaldi: "Greta Beccaglia, non fare carriera sulla pacca". Lo scontro con Lucia Azzolina

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Greta Beccaglia "non deve correre il rischio di costruire la propria carriera sulla pacca sul sedere". In collegamento con Veronica Gentili a Contocorrente, su Rete4, Pietro Senaldi sottolinea la pericolosa "deriva" del dibattito sulla giovane giornalista di ToscanaTv palpeggiata in diretta da alcuni tifosi durante un collegamento fuori dallo stadio dopo la partita Empoli-Fiorentina. Il caso ha scatenato un putiferio mediatico: i tifosi in questione sono ora indagati per molestie sessuali e rischiano una pesantissima condanna penale. Il mondo dell'informazione si è diviso tra chi difende a spada tratta la Beccaglia e chi ha invece stigmatizzato l'utilizzo di belle ragazze come inviate alla stregua "specchietti per le allodole" televisivi. Sullo sfondo, il comportamento vergognoso dei trogloditi travestiti da tifosi e di chi, sui social, ha insultato Greta accusandola addirittura di aver provocato i bruti (come, non è dato sapere). 

 

 

 

 

Ma proprio sui social il condirettore di Libero punta il dito, ricordando che non è questione di uomo o donna, ma di triste tendenza ormai consolidata: chi riveste un qualsiasi ruolo pubblico, deve ormai rassegnarsi alla gogna, indipendentemente da cosa dica o faccia. 

 

 

 

 

 

 

 

Greta è in studio dalla Gentili, così come l'ex ministra M5s dell'istruzione Lucia Azzolina. E proprio a lei Senaldi ricorda un fatto ormai "storico". "Senaldi, non è che Greta deve costruirsi una carriera. Dopo la pacca ricevuta, si è sviluppato un hate speech contro di lei...", ricorda la Azzolina. "Ministro, ma lei appartiene ai 5 Stelle! - la incalza Senaldi - Devo farle vedere cosa mi dicono sui social 20 volte al giorno?". "E io li condanno", si difende l'ex ministra. "E brava, ma loro se ne fregano. Chi diventa un personaggio pubblico, uomo o donna, con rossetto o senza denti, subisce la gogna dei social. E i campioni del mondo sono i suoi elettori, ministro". "Io ho sempre condannato il  linguaggio violento, anche nei confronti di Giorgia Meloni, seppure io non la stimi, l'ho difesa, perché si fa così, ci sono battaglie che non hanno colore politico". 

 

 

 

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