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Vittorio Feltri asfalta il grillino: "Volevo lasciare la mancia, è un cog***"

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Sono volati i proverbiali stracci al Consiglio regionale della Lombardia. Protagonisti Vittorio Feltri e il grillino Nicola Di Marco. Tutto ha avuto luogo alla buvette quando il direttore editoriale di Libero, eletto in Consiglio nelle liste di Fratelli d’Italia, prende da bere. Feltri si avvicina alla cassa, paga e la barista impiega qualche secondo a calcolare il resto e trafficare con le monete. Così il direttore la invita a tenersi il resto senza però che la signora sentisse. A quel punto Feltri decide di alzare la voce, in modo da potersi far sentire. Apriti cielo. 

 

 

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle inizia a dare del "cafone" all'avversario e chiede scusa alla cassiera per Feltri. Solo successivamente il consigliere di FdI comprende quanto accaduto e si sfoga con i cronisti: "Non ho sentito niente e non me ne frega niente, non so neanche chi sia questo pirla, non lo conosco", esordisce per poi rincarare la dose: "Se uno si agita perché voglio lasciare la mancia, allora mi sembra un cog***e. Ho alzato la voce perché non capiva. Già che è del Movimento 5 Stelle non mi fa troppa simpatia, se poi avessi sentito che mi ha dato del cafone gli avrei dato un cazzotto in bocca, avrei reagito". 

 

 

Ma Di Marco non si è limitato a questo e, a discussione conclusa, prosegue definendo quelle di Feltri "offese". A suo dire, "l''importante è che si comporti con educazione con le persone che sono qui a lavorare". Ma Feltri ribadisce che "volevo lasciare 3 euro di mancia alla barista". Niente più.

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