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Libia, Napolitano: ''Ulteriore impegno dell'Italia è sviluppo naturale''

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Politica

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Roma, 26 apr. (Adnkronos/Ign) - "L'ulteriore impegno dell'Italia in Libia - annunciato ieri sera dal presidente del Consiglio Berlusconi - costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall'Italia a metà marzo, secondo la linea fissata nel Consiglio Supremo di Difesa da me presieduto e quindi confortata da ampio consenso in Parlamento". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento all'incontro con gli esponenti delle Associazioni combattentistiche, partigiane e d'arma presso la sede dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra. Nel ricordo delle lotte del 25 aprile noi italiani "sentiamo di non poter restare indifferenti di fronte al rischio che vengano brutalmente soffocati movimenti comunque caratterizzati da una profonda carica liberatoria - ha detto Napolitano - Non potevamo restare indifferenti alla sanguinaria reazione del colonnello Gheddafi in Libia: di qui l'adesione dell'Italia al giudizio e alle indicazioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e quindi al piano di interventi della coalizione postasi sotto la guida della Nato". Il presidente della Repubblica ha poi affermato che di fronte ai flussi migratori causati dai sommovimenti politici e sociali della sponda nordafricana "nulla sarebbe più miope, meschino e perdente, del ripiegamento su se stesso di ciascuno dei Paesi membri dell'Unione europea". "Anche oggi il presidente della Repubblica ha voluto sottolineare la continuità con gli impegni presi dall'Italia" ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. E a chi gli chiedeva se sia necessario un nuovo voto parlamentare rispetto all'eventualità di ricorrere a bombardamenti in Libia, La Russa ha specificato che "sulla missione no, perché fin dall'inizio partecipiamo ad essa nell'ambito di un impegno teso a colpire strutture militari. Si tratta adesso - ha proseguito La Russa - di assumersi anche il compito di non sbagliare nell'utilizzo dei mezzi". In ogni caso, ha aggiunto, il Parlamento è libero di pronunciarsi, e La Russa ha reso noto di avere convocato al ministero della Difesa una riunione tecnica con i capi di Stato maggiore e gli ufficiali direttamente competenti sulla missione anche al fine di reperire tutte le informazioni necessarie allo scopo di riferire, quando sarà necessario, alle Camere. Immediata la reazione dell'Italia dei Valori alle parole del capo dello Stato. ''Bombardare una Nazione non ci pare possa essere considerato uno sviluppo né naturale né costituzionalmente corretto - scrive in una nota Antonio Di Pietro - Né può valere l'ipocrita giustificazione che tutto ciò sarebbe già stato autorizzato dalle Nazioni Unite e dal Parlamento italiano. Infatti, l'Onu non ha mai avallato tale scelta e, soprattutto, le nostre Camere non hanno mai discusso, né approvato un provvedimento in cui c'era scritto, nero su bianco, di fare guerra ad un'altra nazione''. Le parole del leader dell'Idv non sono piaciute però ad Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd. "Di fronte al responsabile richiamo che oggi il presidente della Repubblica ha rivolto alle forze politiche e alle istituzioni, ricordando la natura e le ragioni dell'impegno italiano nella crisi libica, suonano stonate e inaccettabili le parole di Antonio Di Pietro di oggi, come sono incomprensibili le posizioni espresse da ministri della Lega di ieri" ha detto Finocchiaro. "Bene ha fatto Napolitano - aggiunge - a ricordare le motivazioni del nostro impegno. Non è questo in discussione ma casomai va chiarito, e per questo abbiamo chiesto che il governo venga in Parlamento, il perché di questo repentino cambio di rotta operato dall'esecutivo. Ci riconosciamo totalmente nelle parole di Napolitano che inquadrano lo sforzo italiano nella cornice più corretta, che è quella della costruzione di un ordine mondiale basato su pace e giustizia". Secondo Roberto Menia, coordinatore nazionale di Fli, è ''indispensabile un dibattito e un voto parlamentare''. Ma Edmondo Cirielli, presidente della commissione Difesa della Camera, dice che sulla vicenda un voto parlamentare ''non ci sarà''. ''Mi sembra che un eventuale passaggio a titolo informativo nelle commissioni sia opportuno - afferma Cirielli all'Adnkronos - ma i nostri soldati hanno già ricevuto il mandato a partecipare alle missione internazionale in Libia voluta dalla risoluzione Onu e dal voto parlamentare''. ''La differenza di 'caveat' - conclude l'esponente Pdl - è una scelta giuridicamente che spetta all'esecutivo non al Parlamento che in ogni caso si è già espresso a favore''. Il Carroccio dal canto suo oggi conferma il suo no. ''La Lega Nord è contraria alla guerra, e soprattutto a quelle che coinvolgono dei poveretti, che poi inevitabilmente si riverseranno nel nostro Paese" ha ribadito il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. "Questa è la posizione - sottolinea - che porteremo con Umberto Bossi al prossimo Consiglio dei Ministri''. ''Avevamo chiesto di aiutarli a casa loro, ma gli aiuti ad una popolazione oppressa non si danno con bombe o missili, a torto, definiti intelligenti, che non distinguono tra buoni e cattivi. La Lega Nord - aggiunge il ministro per la Semplificazione - non condivide la nuova evoluzione della nostra partecipazione alla missione libica, che porterà a nuovi rilevanti oneri e, conseguentemente, ad un aumento delle tasse o delle accise sulla benzina, rincari che andranno a colpire i tanti cittadini che non condividono questa guerra". ''Noi siamo lì per proteggere i poveretti - ha replicato Ignazio La Russa - Lo sa bene il ministro Calderoli che credo parli sulla scorta di informazioni ancora incomplete in suo possesso. E' un problema di informazioni complete che credo stanno arrivando anche alla Lega. Ma già ieri Calderoli ha detto che questa vicenda non mette minimamente in discussione la maggioranza che sostiene il governo''.

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