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Ignazio Marino accusa Renzi: "Voleva Roma e se l'è presa. Killeraggio, bulimico di potere"

Giulio Bucchi
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"Chi non si allinea viene bandito. Renzi voleva Roma e se l'è presa". Sceglie la propria pagina Facebook prima e il salotto di DiMartedì da Giovanni Floris poi, l'ex sindaco di Roma Ignazio Marino, per sferrare l'attacco definitivo al premier nonché segretario del suo stesso partito, che da mesi premeva per indurlo alle dimissioni. Dimissioni arrivate e poi ritirate: un chiaro gesto di sfida al Pd e a Palazzo Chigi che ha indotto i consiglieri democratici nella Capitale a dimettersi facendo così decadere il primo cittadino. "Il Presidente del Consiglio - attacca Marino - potrebbe e dovrebbe esercitare maggiore rispetto. Continua a dire basta polemiche, ma poi insiste negli insulti e nelle provocazioni. Non si rende conto, o forse non gli interessa, che insultando me insulta le centinaia di migliaia di cittadini che mi hanno scelto come sindaco prima alle primarie, poi al primo turno ed infine al ballottaggio. Ignora le numerose manifestazioni di sostegno che in migliaia mi stanno dedicando". Dopo la sua caduta, Marino aveva dichiarato di essere stato "accoltellato" e che il mandante era uno solo. Renzi, a sua volta, aveva replicato sostenendo che non esiste nessuna "congiura" contro il sindaco, fregato dal suo essere "disconnesso" dalla città e dai romani. "Killer Renzi, bulimico di potere" - Per Marino, però, "è del tutto evidente che Renzi mi attacca e offende sul piano personale per coprire con la damnatio memoriae una spregiudicata operazione di killeraggio che ha fatto esultare i tanti potentati che vogliono rimettere le mani sulla città. Occorre invece ristabilire la verità: Renzi voleva Roma sotto il suo diretto controllo e se l'è presa, utilizzando il suo doppio ruolo: come segretario del partito ha voluto che i 19 consiglieri del Pd si dimettessero, come Presidente del Consiglio ha sostituito il sindaco, legittimamente eletto, con un prefetto, certamente persona degnissima, che farà capo come dice la legge allo stesso Presidente del Consiglio". Secondo l'ex sindaco, ora "assistiamo a una pericolosa bulimia da potere, che elimina gli anticorpi democratici. Il messaggio è chiaro: chi non si allinea, chi non ripete a pappagallo i suoi slogan viene allontanato o addirittura bandito". Marino ripeterà queste accuse da Giovanni Floris a DiMartedì, su La7.

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