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Giocavano con comandi bus:

a Roma è il nuovo bullismo

Maria Acqua Simi
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Due adolescenti sono state scoperte a giocare con i comandi di un autobus romano. Il dialogo tra le due ragazzine e l'agente ha del surreale: «A comandà, ma stavamo solo a giocà, mica facevamo niente di male». Risposta: «ma se accendevate l'autobus e questo partiva?». Le due adolescenti - sono di Tor Bella Monaca, periferia Est della Capitale e hanno 12 e 13 anni – sono state portate nell'ufficio del comandante dell'VIII Gruppo della polizia municipale Antonio di Maggio perché sorprese a “giocare” con un autobus dell'Atac fermo al capolinea. Il fatto è avvenuto questa mattina al capolinea n. 52, intorno alle 10, una linea “calda”, dove ogni giorno si registrano aggressioni, violenze o atti di bullismo. Sono le dieci del mattino e l'autista dell'Atac chiede aiuto alle tre vigilesse del presidio fisso - Marina, Raffaella e Luana, agenti e madri di adolescenti - perché le due ragazze si erano impossessate dei comandi del bus fermo, aprendo e chiudendo le porte del mezzo incuranti dei rischi. Portate al comando, inizia “una normale giornata con i bulli della zona”: «Come vi chiamate? Perché non siete andate a scuola? Ma studiate?». Il dialogo diventa sempre più surreale, e prosegue con una delle agenti e con l'assistente sociale di turno all'VIII Municipio, in quello che può definirsi una seduta di psicoterapia più che un interrogatorio. Nel frattempo vengono convocate le madri delle due giovani, che frequentano la seconda e la terza media. Le agenti cercano di capire: «perché vi siete messe a giocare con i comandi dell'autobus?»: «volevamo scherzà con un nostro amico…». «Come andate a scuola?»: «ma, bene e male... ». Finché escono i libri dallo zaino: «sapete cos'è il genocidio?» chiedono le agenti, aprendo una pagina a caso del libro di storia. La risposta: «È storia, che ne so!» «Ma le Signorie, chi erano i Signori?» continuano le vigilesse: «quelli che hanno i soldi» è la risposta. Altro tentativo: «Romolo e Remo, sapete chi erano?»: «hanno scoperto l'America», e l'altra corregge l'amica: «Ma no, sò quei due che stanno sotto il lupo, uno ha un mese e l'altro tre mesi». Si tenta anche con la matematica: «come si calcola il perimetro del rettangolo?» «Base per altezza...» «Sicura?» «Ma che ne so... ». Finalmente arrivano le madri, una più arrabbiata, ma ha con la figlia ha un rapporto, l'altra, esasperata e delusa, da tempo ha affidato la figlia ad un assistente sociale dell'VIII Municipio. Questa volta devono solo firmare una verbale «di consegna» delle rispettive figlie ma «attenzione - torna il comandante per la ramanzina finale - oggi hanno giocato, domani potrebbero incontrare persone poco perbene, tenetele sotto controllo». Le madri sono sollevate, per oggi riportano le figlie a casa, con la speranza che domani vadano a scuola.

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