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Roma, l'Antico Caffè Greco rischia di chiudere

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La preoccupazione dei cittadini per la bottega storica

francesca Belotti
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Preoccupazione per gli amanti di Roma e della sua storia. La protratta chiusura e i lavori in atto nei locali dell'Antico Caffè Greco fanno sorgere domande tra i cittadini. “l Caffè Greco, fondato nel 1760, è compreso nella lista delle Botteghe Storiche del Comune di Roma, un albo appositamente costruito allo scopo di tutelare e promuovere attività che pur essendo private hanno un interesse storico e pubblico”. A dichiararlo è Alessandro Onorato, capogruppo Udc in Campidoglio. Oltre all'origine storica, il caffè è famoso per i molti frequentatori famosi avuti nel corso degli anni; è stato per molto tempo, ed in parte lo è tuttora, un ritrovo di intellettuali. Vi si riunisce, una volta al mese, il "Gruppo dei Romanisti", antico cenacolo di studiosi e accademici cultori in particolare della città di Roma. “Siamo assolutamente convinti della correttezza e della professionalità dell'attuale gestione del Caffè - continua il capogruppo Udc - motivo per il quale ci stupirebbe un intervento di ristrutturazione che andasse a ledere le caratteristiche storico-architettoniche del locale. Rimane un punto fondamentale: oggi più che mai servirebbero adeguati strumenti di tutela e rilancio di queste attività, lasciate spesso da sole dal Comune e dallo Stato. Il bando in fase di chiusura per le botteghe storiche è un piccolo e insufficiente aiuto che non risolve le molte problematiche economiche che le proprietà vivono”. Il Caffe' Greco, che si trova a via dei Condotti, 86, è il più antico caffè di Roma, ma non solo, in Italia solo il Florian di Venezia è più antico di lui. “Oltre al necessario sostegno economico, bisognerebbe poi immaginare le botteghe storiche come parti integrate di un percorso culturale pubblico da proporre a turisti e studenti – spiega ancora Onorato -. Le proprietà non vanno messe nella condizione di inseguire affannosamente il mercato, magari pensando ad interventi che cancellano pezzi della memoria di Roma. Strutture del genere sono proprietà privata ma sono anche patrimonio pubblico”.

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