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Churchill confidò: incivile

l'omicidio della Petacci

Albina Perri
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Winston Churchill non approvò nè tanto meno apprezzò «il modo con il quale un popolo civile come quello italiano aveva fatto fuori Mussolini». L'ex premier britannico «non discuteva la necessità della fucilazione, ma discuteva Piazzale Loreto e, soprattutto, l'inutile fucilazione di Claretta Petacci». È quanto emerge dal resoconto inedito di un incontro tra Arnoldo Mondadori e Churchill, stilato dallo stesso editore milanese, avvenuto il 24 ottobre 1955 a Roquebrune, in Costa Azzurra, ospiti della villa del giornalista Emery Reves. Il documento integrale di quell'incontro è stato ritrovato negli archivi della Fondazione Mondadori a Milano, di cui ora dà conto Enrico Mannucci sulla rivista «Nuova Storia Contemporanea», diretta dal professor Francesco Perfetti. Reves aveva fatto da tramite fra l'editore italiano e lo statista britannico per i diritti di pubblicazione delle «Memorie» di Churchill. Così Mondadori, forte di quell'amicizia, gli aveva chiesto di organizzare un colloquio per avere notizie circa l'ennesima «ultima lettera» indirizzata da Benito Mussolini al «caro Winston» e affidata il 24 aprile 1945 a un un ufficiale delle SS, Franz Spoegler, che in realtà era un agente dei servizi segreti nazisti incaricato di controllare l'amante del duce, Claretta Petacci. Interpellato sulla possibiltà che Churchill avesse ricevuto da Spoegler, il quale aveva avuto da Mussolini l'incarico di consegnargli, nei fatali giorni del 1945, una lettera a lui indirizzata, l'ex capo del governo di Londra rispose che molto desiderava «conoscere il testo di questa lettera ma che, naturalmente, non avrebbe mai ricevuto Spoegler». Nel corso della conversazione con Mondadori, annotò lo stesso Arnoldo nell'appunto conservato a memoria futura, Churchill su Mussolini espresse un giudizio «in un certo senso affettuoso, o per lo meno assolutorio», mentre si infuriò a sentire nominare Adolf Hitler, definito «un criminale comune».

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