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Il dermatologo, un amico…per la pelle!

Tante le novità nel trattamento della psoriasi, ma soprattutto nelle varie forme tumorali cutanee

Maria Rita Montebelli
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Gli stati generali della dermatologia si riuniscono a congresso a Roma: 1.500 partecipanti e 300 relatori per una tre giorni dedicata alle ultime novità in tema di diagnosi  trattamento delle malattie della pelle, l'organo più esteso del corpo, il nostro ‘scudo' contro l'esterno, spesso esposto senza criterio alle insidie del sole. In primo piano il ruolo della diagnosi precoce per scoprire fin dalle prime fasi i tumori della pelle, condizione indispensabile per un pieno successo delle terapie. Melanoma: arriva una nuova tecnica diagnostica Di melanoma, il più grave dei tumori della pelle, se ne registrano nel nostro Paese 14 casi ogni 100.000 abitanti. La diagnosi si effettua attraverso l'esame clinico e dermoscopico; ma oggi ci sono nuove tecniche non invasive, già utilizzate in alcuni Centri specializzati, che consentono di affinare la capacità diagnostica in fase precoce. “ Il Microscopio laser confocale (reflectance mode confocal scanning laser microscope - RCM) – spiega Caterina Catricalà, Direttore del Dipartimento di Dermatologia Oncologia dell'IFO Istituto San Gallicano di Roma -rappresenta il futuro della diagnostica e, se affiancato alla dermoscopia, migliora ulteriormente la possibilità di effettuare diagnosi precoce dei tumori della pelle”. Questo test permette di visualizzare “in vivo” l'architettura dell'epidermide e del derma superficiale, con un livello di risoluzione quasi istologico. E' un po' come osservare la pelle al microscopio, realizzando una sorta di esame istologico virtuale, senza dover asportare la lesione sospetta con il bisturi.  I tumori cutanei 'non melanoma' I tumori cutanei 'non melanoma' sono meno pericolosi del melanoma, ma dieci volte più frequenti; questo gruppo comprende la cheratosi attinica, il carcinoma basocellulare e il carcinoma squamo-cellulare. Colpiscono dopo i 40 anni, in particolare nelle zone cutanee più esposte al sole. “I principali fattori di rischio – ricorda Ketty Peris, Direttore della Clinica Dermatologica dell'Università de L'Aquila e Presidente del congresso della SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) - sono: predisposizione genetica, pelle e occhi chiari, pregresse scottature solari, esposizione prolungata al sole, cronica riduzione delle difese immunitarie. Questi tumori evolvono lentamente e raramente danno metastasi; per questo è tanto importante la diagnosi precoce delle lesioni e i dermatologi raccomandano alle categorie a rischio di sottoporsi a visite di controllo periodiche. Le terapie attualmente disponibili comprendono il trattamento chirurgico, la radioterapia, Imiquimod 5% crema e la terapia fotodinamica”. Nel caso del carcinoma basocellulare, promettenti sono gli studi sulle nuove terapie a target molecolare. In particolare, due studi pubblicati di recente sul New England Journal of Medicine, confermano l'efficacia clinica di vismodegib, utilizzato nelle fasi avanzate del carcinoma basocellulare inoperabile, o quando terapia chirurgica o radioterapia siano controindicate. Cheratosi attinica: un vero e proprio tumore causato dal sole La cheratosi attinica è la forma più comune di neoplasia dei cheratinociti e per molti anni è stata considerata solo una forma di precancerosi cutanea, mentre oggi viene inquadrata come un carcinoma in situ, corrispondente alla fase iniziale di un processo di progressione tumorale che può arrivare al carcinoma squamoso invasivo. “La malattia colpisce soprattutto i maschi – spiega Pasquale Frascione Responsabile della Struttura di Prevenzione e Programmazione in Ambito Dermatologico dell'Istituto San Gallicano di Roma e co-Presidente del congresso - e la possibilità di svilupparla aumenta con l'età: l'83% degli uomini e il 64% delle donne, nella fascia di età compresa tra 60 e 69 anni presentano almeno una lesione. L'80% delle lesioni è presente sulle aree esposte al sole (capo, collo, arti superiori e dorso delle mani). Particolarmente a rischio sono le persone con la pelle molto chiara (fototipi I e II), gli immunodepressi, i soggetti sottoposti a radioterapia, i lavoratori e gli sportivi che trascorrono molte ore all'aperto. Il primo obiettivo del trattamento della cheratosi attinica è eliminare il rischio di progressione verso il carcinoma squamocellulare. Le terapie più utilizzate, in particolare per le forme uniche e ipertrofiche, sono la crioterapia, il curettage, il laser, l'elettrocoagulazione e la chirurgia. In caso di lesioni multiple si interviene con il diclofenac gel al 3%, con l'imiquimod crema o con la terapia fotodinamica topica (PDT). Di recente infine, è stato approvato dalla FDA americana un nuovo trattamento topico, l'ingenolo mebutato gel. Vitiligine: arrivano le linee guida europee La vitiligine, quelle antiestetiche macchie bianche più o meno estese che compaiono sulla pelle, è una malattia della quale non si conoscono le cause; per questo non esistono al momento terapie specifiche. Colpisce lo 0,5-2% della popolazione, con picchi in alcune aree geografiche, forse in rapporto a fattori ambientali e genetici. “Di recente – ricorda Mauro Picardo, Direttore del Laboratorio di Fisiopatologia Cutanea e del Centro di Metabolomica dell'IFO – Istituto San Gallicano di Roma - sono state messe a punto delle linee guida europee, che rappresentano un importante passo avanti nella gestione dei pazienti con vitiligine. Due gli aspetti messi in evidenza: la terapia deve essere modulata in base alla fase di attività della vitiligine e non può prescindere dalla partecipazione consapevole del paziente. Il paziente infatti presenta un coinvolgimento emotivo e psicologico, anche marcato, che non va sottovalutato”. Le terapie più utilizzate sono la fototerapia, le combinazioni tra più approcci (topici e sistemici) e il trapianto. Tra le terapie di combinazione, tra la fototerapia, che rimane la terapia di riferimento, e i farmaci sistemici, come gli antiossidanti o i cortisonici, o i farmaci topici (cortisonici, immunomodulatori e derivati della vitamina D).  Psoriasi lieve-moderata: si tratta con un gel E' siglato da 7 dei maggior esperti italiani di Dermatologia, il documento di consenso sul trattamento della psoriasi lieve-moderata, presentato a Roma nel corso del congresso nazionale della SIDeMaST. La psoriasi interessa circa 125 milioni di persone nel mondo (2,5 milioni in Italia). La ricognizione dei principali lavori pubblicati sulle principali riviste scientifiche ha consentito di appurare che la terapia di associazione con calcipotriolo/beclometasone, impiegata localmente nella formulazione in gel rappresenta la terapia di prima scelta nel trattamento della psoriasi lieve-moderata. “I due principi attivi – spiega il professor Giampiero Girolomoni, ordinario di Dermatologia e Venereologia, Università di Verona – svolgono un'azione curativa sinergica. Il calcipotriolo, un analogo sintetico della vitamina D, migliora la differenziazione delle cellule cutanee, ripristinandone il normale funzionamento; il betametasone, un cortisonico, riduce l'eritema, l'edema, il prurito e l'infiltrato infiammatorio. Questo nuovo gel si conferma dunque come un'importante terapia topica”. (STEFANIA BELLI)  

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