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Pancreas artificiale: fuoco fuochino

ASPIRE, pubblicato su New England Journal of Medicine, dimostra il successo dell'high tech nel trattamento del diabete

Maria Rita Montebelli
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Un altro passo avanti nella direzione del pancreas artificiale viene dai risultati dello studio ASPIRE In-Home presentato al congresso dell'American Diabetes Association a Chicago e pubblicato in contemporanea sul New England Journal of Medicine. Lo studio dimostra che con la tecnologia high tech più avanzata, comprendente il microinfusore di insulina collegato in maniera wireless ad un sensore di glucosio (che misura il livello di glucosio sotto la pelle ogni 5 minuti e ne 'informa' dei valori il microinfusore di insulina), si può raggiungere un doppio obiettivo: mantenere i livelli di glicemia a valori ideali, senza correre il rischio di abbassarla troppo, andando a provocare una crisi ipoglicemica. Le crisi ipoglicemiche sono particolarmente gravi e insidiose nel corso della notte, quando la persona con diabete dorme e non è in grado di difendersi. Quelle più gravi possono portare fino alle convulsioni e al coma. Per evitare che il microinfusore continui ad erogare insulina sottocute anche in presenza di una crisi ipoglicemica, esponendo così il paziente a gravi conseguenze, nello studio ASPIRE è stato testato un nuovo software (detto threshold suspend, TS) in grado di interrompere in maniera automatica per due ore la somministrazione di insulina da parte del microinfusore, in presenza di livelli di glicemia bassi (compresi tra 60 e 90 mg/dl). Lo studio, che ha arruolato 247 persone con diabete di tipo 1, assegnandole al nuovo sistema microinfusore-sensore con software TS (121 pazienti) o al gruppo di controllo (126 pazienti) trattato con microinfusore- sensore ma senza software 'sospendi insulina', ha dimostrato che nell'arco dei tre mesi di durata dello studio, il gruppo TS ha presentato una riduzione del 32% degli episodi di ipoglicemia notturna e del 30% degli episodi di ipoglicemia nel corso delle 24 ore. Il tutto mantenendo un buon controllo della glicemia, perché dopo 2 ore di sospensione dell'erogazione dell'insulina da parte del microinfusore i pazienti presentavano un glicemia media di 92 mg/dl. Al termine dei tre mesi di osservazione, i due gruppi presentavano valori di emoglobina glicata (una misura del compenso della glicemia degli ultimi 3 mesi) a target e sovrapponibili, ma il gruppo trattato con il nuovo software, oltre alla cospicua riduzione di tutti gli episodi di glicemia, non aveva presentato neppure un episodio di ipoglicemia grave ( mentre ce ne sono stati 4 nel gruppo di controllo). “Sono veramente soddisfatto di questi risultati  - commenta Richard M. Bergenstal, direttore dell'International Diabetes Center presso il Park Nicollet Health Service di Minneapolis e primo autore dello studio pubblicato sul NEJM- perché dimostrano che il pancreas artificiale è ormai una realtà, anche a casa. Adesso dobbiamo affrontare le prossime sfide. Siamo riusciti a correggere in maniera automatica l'ipoglicemia, ora dobbiamo mettere la nostra intelligenza 'dentro' i microinfusori e insegnare loro ad erogare più unità di insulina, rispetto a quelle programmate, in caso di valori di glicemia elevata e a 'prevedere' la crisi ipoglicemica prima che si presenti per correggerla subito. I microinfusori del futuro inoltre conterranno due ormoni: l'insulina per abbassare la glicemia e il glucagone per innalzare i valori di glicemia in caso di ipoglicemia grave.” Finora non è stato possibile utilizzare il glucagone all'interno dei microinfusori perché molto instabile e deperibile. Uno studio ha però di recente dimostrato che è possibile renderlo più stabile, utilizzandolo insieme alla curcumina, il principio attivo di una spezia indiana. (LAURA MONTI)

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