Cervello: programmiamo le azioni sugli oggetti in ‘maniera inconscia'
Il cervello è in grado di pianificare le azioni sugli oggetti che ci circondano anche quando non siamo consapevoli dello stimolo visivo.Lo dimostra uno studio dell'Irccs Ospedale San Raffaele
Il nostro cervello riesce a elaborare uno stimolo visivo anche quando di esso non possediamo una percezione cosciente, quindi quando non ne siamo consapevoli. Inoltre, qualora la forma dell'oggetto in questione lo permetta, il cervello può programmare le azioni motorie che esso consente di attuare. Questo è il risultato di uno studio effettuato dai ricercatori della Divisione di neuroscienze e dell'unità di neuroradiologia dell'Irccs Ospedale San Raffaele – una delle 18 strutture di eccellenza del Gruppo ospedaliero San Donato – e dell'Università Vita-Salute San Raffaele. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica The journal of neuroscience. Per giungere alla scoperta di tale meccanismo adattativo, che nel corso dell'evoluzione si è sviluppato probabilmente per consentire una pronta reazione alle sollecitazioni provenienti dall'ambiente, i ricercatori sono ricorsi al neuroimaging: si tratta di una risonanza magnetica funzionale, il cui scopo specifico è quello di individuare quali strutture cerebrali vengono attivate da un determinato stimolo. In passato era già stato evidenziato come i neuroni presenti nelle regioni frontali e parietali del cervello si attivino sia quando compiamo un'azione su un oggetto, sia quando lo osserviamo soltanto. La recente scoperta effettuata dai ricercatori del San Raffaele ha permesso di comprendere che le regioni frontali e parietali si attivano anche quando le percezioni visive non sono consapevoli e, di conseguenza le azioni che potremmo compiere con determinati oggetti si programmano automaticamente anche se in maniera inconscia. Lo studio è stato condotto su 24 volontari sani, nei confronti dei quali è stata utilizzata una tecnica particolare chiamata Continuus flash suppression, atta a renderli inconsapevoli delle immagini che venivano loro sottoposte: ai 24 soggetti sono state mostrate immagini di oggetti camuffate o mascherate da motivi che le hanno rese invisibili a livello cosciente. Tali motivi sono definiti Mondrian masks in quanto ricordano i lavori del pittore astrattista Piet Mondrian. “Malgrado la percezione degli oggetti non fosse consapevole, la risonanza magnetica funzionale ha rilevato una risposta neurale consistente nel circuito che codifica gli stimoli visivi ed elabora una conseguente risposta motoria - spiega Marco Tettamanti, ricercatore dell'Unità neuroimmagine molecolare e strutturale in vivo nell'uomo e primo autore dello studio - Il lavoro, inoltre, ci ha permesso di capire che questa attivazione visivo-motoria inconscia avviene solo per gli oggetti manipolabili (tazza, martello, telefono), non per quelli non manipolabili (edificio, tavolo, poltrona). Abbiamo dimostrato per la prima volta che percezione visiva, azione motoria e significato degli oggetti sono strettamente connessi a livello cerebrale anche in modo inconscio, dando luogo a una cognizione del nostro corpo in relazione con l'ambiente che è parte costitutiva del nostro cervello. Analizziamo costantemente l'ambiente che ci circonda attraverso i nostri sensi anche in modo inconsapevole, per essere sempre pronti a interagire con esso”. “Questo studio ci ha permesso di superare teorie neurocognitive precedenti secondo cui i meccanismi di codifica visivo-motoria degli oggetti che ci circondano si attivano solo in stato di consapevolezza - conclude la professoressa Daniela Perani, ordinario della Facoltà di Psicologia all'Università Vita-Salute San Raffaele e capo dell'Unità neuroimmagine molecolare e strutturale in vivo nell'uomo dell'Irccs Ospedale San Raffaele - Al contrario, tale sistema è in funzione nel nostro cervello anche in modo inconscio, dotandoci di un meccanismo molto efficiente per monitorare l'ambiente e reagire alle sue sollecitazioni”. (FEDERICA BARTOLI)