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Efsd, 'paladini' della ricerca sulla diabetologia in Europa

Professor Stefano Del Prato

L'Efsd ha elargito oltre 100 milioni di euro per la ricerca e promosso attività mirate a far crescere i leader della ricerca di domani. Chairman del comitato scientifico l'italiano Stefano Del Prato, già presidente della Sid

Maria Rita Montebelli
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E' Stefano Del Prato, chairman del Comitato Scientifico dell'EFSD (European Foundation for the Study of Diabetes), sul volgere della fine del suo mandato, ha tracciare un bilancio di questi quattro anni di attività. “EFSD è, dopo la Comunità Europea, la seconda organizzazione più importante in Europa per quanto riguarda il finanziamento alla ricerca scientifica in ambito diabetologico – ricorda il professor Stefano Del Prato - Nata nel 1999, ha cominciato ad operare nel 2000; nel 2020, in occasione dei suoi primi 20 anni di attività, sono previste una serie di manifestazioni, anche riguardanti una delle attività principali di EFSD che è quella della ricerca. Verranno in questa occasione lanciati una serie di finanziamenti alla ricerca una tantum per persone con un ruolo ‘intermedio' all'interno della comunità diabetologica, ovvero persone già conosciute ma non ancora opinion leader. Questa scelta non è stata fatta a caso perché questa fascia ‘intermedia' è attualmente la meno ‘attenzionata'. EFSD ha infatti sempre avuto una grande attenzione per la fascia dei giovani, mentre tutte le altre call per la ricerca sono aperte a investigatori e ricercatori ormai ben consolidati e stabilizzati”. Un impegno importante quello di EFSD per la ricerca, avendo elargito dal momento della sua fondazione oltre 100 milioni di euro per la ricerca, con il raggiungimento anche di obiettivi e risultati importanti. “E nel frattempo – prosegue Del Prato -  siamo cresciuti nel campo della ricerca anche perché oltre ai finanziamenti elargiti in maniera tradizionale, cioè sulla base di proposte dei ricercatori all'interno di alcune aree predefinite, abbiamo lanciato anche una serie di attività, cosiddette ‘call for tender', nelle quali è già definito a grandi linee l'obiettivo, ma si va alla ricerca della ‘cordata' migliore che  possa rendere quell'obiettivo ancor più appetibile, più ricco e raggiungibile; una specie di ‘asta' per la ricerca insomma”. Un'altra novità è stata annunciata nel corso del Presidential address: in collaborazione con la Fondazione Novo Nordisk, l'EFSD fornirà un supporto per le attività di ricerca destinato a figure con una posizione non ancora consolidata, garantendo loro un supporto per la ricerca di 100-300.000 l'anno per tre anni consecutivi. Ogni anno saranno assegnati quattro grant di ricerca di questo tipo. “Nella mia attività di questi quattro anni – ricorda il professor Del Prato - ho avuto tante soddisfazioni perché ogni volta che si riesce a consolidare un nuovo fondo per la ricerca, in collaborazione  con l'industria o anche attraverso i fondi di EASD, è un modo per cercare di dare ancor più enfasi a quella di una grande necessità moderna, che è proprio la ricerca, possibilmente una ricerca con ricadute pratiche nel campo della diabetologia”. Un'altra grande iniziativa lanciata da EASD insieme ad EFSD è lo European Diabetes Forum: è un grande movimento d'azione che coinvolgerà il maggior numero possibile di stakeholder in ambito diabetologico, dalle società scientifiche, alle associazioni pazienti, ai medici di medicina generale, agli infermieri diabetologici, ai rappresentanti dell'industria e del Parlamento Europeo per cercare di lanciare un processo di armonizzazione a livello europeo nella cura della persona con diabete. “Oltre alla ricerca, che per noi è sempre fondamentale – commenta Del Prato - questo Forum mira a rilanciare una consapevolezza generale sul problema del diabete”. Altra attività importante di EFSD è il programma mentorship per i giovani, che mira ad identificare dei giovani talenti e li affianca ad un tutor internazionale con un supporto per la ricerca di tre anni. “Quest'anno – ricorda Del Prato – su 5 persone individuate per il programma mentorship, ed è questo un grande vanto della diabetologia italiana, ben tre sono italiane; già nel precedente mandato, alcuni dei premiati erano italiani. Credo che questa sia la migliore prova che la diabetologia italiana sia, nonostante tutto, viva e in grado di esprimere giovani di talento, ancora all'inizio della loro carriera ma che già presentano un profilo tale da farsi identificare come persone che potrebbero affermarsi nel giro di pochi anni come dei punti di riferimento nella ricerca diabetologica clinica e traslazionale. Questi riconoscimenti dovrebbero far riflettere il sistema italiano spronandolo al rilancio della ricerca medica nazionale”. Il programma Future Leaders Mentorship for Clinical Diabetologists dell'ESFD, supportato da un grant non condizionato di Astra Zeneca, ha come obiettivo quello di individuare e promuovere l'avanzamento scientifico della prossima generazione di leader in diabetologia clinica in Europa. Ogni anno il programma distribuisce 5 borse di studio che consentono a giovani promesse di migliorare le loro capacità in tre aree cardinali (diabetologia clinica, ricerca, comunicazione), affiancandoli per tre anni ad un mentore di fama internazionale. Sotto la supervisione del loro mentore i ragazzi dovranno svolgere un progetto di ricerca, avranno la possibilità di partecipare ai principali congressi internazionali nel campo del diabete (EASD e ADA) e soprattutto di seguire un programma di educazione continua ‘su misura' per affinare le qualità di leader di un gruppo di ricerca, le capacità di presentazione orale e scritta, e di acquisire ulteriore expertise nella ricerca e nella clinica. Su cinque premi disponibili per il 2018, tre sono andati a degli italiani: ● Francesca Cinti: Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ● Rocky Strollo: Università Campus Bio-Medico - Roma ● Domenico Tricó: Scuola Superiore Sant'Anna – Pisa Gli altri due premi sono andati a: ● Rumyana Boykova Dimova-Draganova: Medical University Sofia  (Bulgaria) ● Jan Gojda: Charles University – Praga (Repubblica Ceca) Già lo scorso anno erano andati agli italiani tre premi sui quattro disponibili (Giuseppe Daniele, dell'Università di Pisa; Ernesto Maddaloni dell'Università Campus Bio-medico di Roma e Teresa Mezza, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma).

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