Benralizumab nell'asma grave nuova terapia rapida ed efficace
Il nuovo farmaco è indicato per il trattamento dell'asma grave eosinofilico e, grazie al suo meccanismo d'azione è capace di ridurre la frequenza delle riacutizzazioni e di migliorare la funzionalità polmonare e il controllo della malattia
Cosa succederà nel lungo periodo lo dirà solo il tempo che passa, ma l'arrivo del benralizumab rappresenta veramente un 'cambio di marcia' nella lotta all'asma grave eosinofilico che 'affligge' 200 mila pazienti italiani: da oggi, potranno beneficiare di questa nuova soluzione terapeutica e ritornare a condurre una vita normale. Si tratta di un anticorpo monoclonale umanizzato che ha come bersaglio il recettore dell'interleuchina-5 sugli eosinofili, le cellule che scatenano infiammazione eosinofilica, responsabile della gravità e dei sintomi non controllati dell'asma così come delle continue riacutizzazioni della malattia. “L'asma grave è una patologia altamente invalidante, che causa significativi disagi per il paziente che è sempre soggetto a sintomi persistenti e non controllati, riacutizzazioni, risvegli notturni e per il quale risulta impossibile svolgere le normali attività quotidiane. Si tratta di una patologia ancora non inquadrata correttamente e sottostimata – spiega il professor Francesco Blasi, ordinario di Malattie Respiratorie dell'Università degli Studi di Milano e direttore UOC Pneumologia del Policlinico di Milano - La diagnosi di questa patologia, infatti, è piuttosto complessa anche a causa di diversi fattori ‘confondenti' che vanno controllati, quali aderenza alla terapia standard, corretto utilizzo degli inalatori e comorbidità presenti nel paziente. È quindi necessario verificare tutti questi elementi e individuare il più precocemente possibile la malattia, al fine di restituire al paziente la terapia più adatta e, con questa, anche una buona qualità di vita”. L'asma grave è caratterizzata da diversi fenotipi della malattia, ciascuno con specifiche peculiarità. Il fenotipo eosinofilo è caratterizzato da un'elevata infiammazione dovuta all'aumento di questi specifici globuli bianchi, gli eosinofili, cellule che causano la maggiore responsività delle vie aeree agli stimoli irritativi e possono determinare un incremento dei sintomi dell'asma, oltre a compromettere la funzionalità polmonare e causare frequenti riacutizzazioni. Alla base di questo processo c'è l'interleuchina-5, una citochina responsabile dell'attivazione degli eosinofili. “Benralizumab è un farmaco che ha come target ideale i pazienti che presentano una forma di asma grave di tipo eosinofilico, in particolare quelli in cui l'asma risulta refrattaria alle terapie standard e che sono stati trattati per lunghi periodi e con cicli frequenti di cortisone orale, senza risultati significativi dal punto di vista della sintomatologia – spiega Francesco Menzella, Struttura Complessa di Pneumologia, Arcispedale Santa Maria Nuova - Azienda USL di Reggio Emilia Irccs - Benralizumab ha un meccanismo d'azione unico, che agisce selettivamente sul recettore dell'interleuchina-5 inducendo un effetto di deplezione quasi totale degli eosinofili e neutralizzandone il processo infiammatorio. Il farmaco ha un'efficacia immediata e permette un netto miglioramento del controllo dei sintomi e, nella maggior parte dei casi, una riduzione o addirittura la sospensione completa della terapia sistemica con cortisone orale, evitando quindi gli effetti collaterali anche gravi ad essa conseguenti. Grazie a farmaci biologici come benralizumab, è possibile finalmente cambiare l'approccio terapeutico a questa patologia cronica con una terapia mirata e personalizzata in base alle caratteristiche del singolo paziente”. La terapia biologica si contestualizza dunque non solo come una soluzione efficace e rapida per il controllo dei sintomi dell'asma e per il miglioramento della funzionalità respiratoria - permettendo ai pazienti di ritornare in poco tempo a condurre una vita normale, a svolgere un'attività lavorativa in maniera produttiva e a fare attività fisica – ma anche come strumento per ridurre l'impiego del cortisone orale che, secondo le linee guida, dovrebbe essere utilizzato solo nella gestione delle crisi acute e impiegato ai minori dosaggi possibili, limitandone l'uso a brevi periodi. Secondo gli ultimi dati del Registro Severe Asthma Network in Italy (Sani), il 64 per cento dei pazienti con asma grave è in trattamento cronico con il cortisone orale, con effetti collaterali significativi come l'insorgenza di osteoporosi, diabete, obesità, ipertensione, glaucoma e insufficienza renale, per citare solo quelli più frequenti. “L'utilizzo di cortisone orale nella cura dell'asma grave comporta gravi conseguenze per la salute dei pazienti ed enormi costi di gestione sanitaria. Ogni anno si spendono oltre 41 milioni di euro per curare gli effetti collaterali derivanti dalla terapia con corticosteroidi orali, effetti che sono molto più frequenti nei pazienti con asma grave curati con questo trattamento. Sarebbe quindi più utile ed efficiente favorire l'uso della terapia biologica, sia per la salute dei pazienti con asma grave sia per la sostenibilità del Ssn – interviene il professor Giorgio Walter Canonica, direttore del Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergie, Humanitas University & IRCCS di Milano - Al fine di ottenere un migliore risultato clinico per i pazienti è necessario attuare una strategia che preveda, in primis, una maggiore aderenza della terapia con trattamento inalatorio che attualmente nel nostro Paese non è correttamente applicata e, successivamente, utilizzare la terapia con benralizumab come strategia terapeutica per diminuire drasticamente l'uso del cortisone orale”. Inoltre, secondo i dati del 'Registro Sani', dei 4 milioni di persone affette da asma in Italia, il 5-10 per cento - circa 200 mila persone - sviluppa questa forma severa della malattia, ma si stima che la prevalenza sia ancora maggiore ed esista quindi un ‘sommerso' non ancora rilevato. Ciò accade perché molti pazienti non ricevono una corretta diagnosi. Il primo passo è quindi fare chiarezza e distinguere il prima possibile l'asma grave non controllato dall'asma e indirizzare i pazienti verso i centri di cura di riferimento, facilitando l'inquadramento interdisciplinare della patologia fin da subito e l'accesso alla terapia biologica oggi disponibile, che ha un impatto molto positivo sulla qualità di vita dei pazienti, grazie anche alla somministrazione che, eseguita a livello ospedaliero, facilita l'aderenza al trattamento. “Il paziente affetto da asma grave eosinofilico non può essere considerato e trattato alla stregua di un paziente asmatico lieve o moderato e non può quindi seguire il processo e i tempi ‘tradizionali' di cura. Al contrario, necessita di un'attenzione diversa ed è cruciale pensare per questi pazienti un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale dedicato, con ambulatori specifici all'interno dei centri allergologici e pneumologici – commenta Claudio Micheletto, segretario generale AIPO e direttore Unità Operativa Complessa di Pneumologia Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona - Ci sono poi due ulteriori aspetti importanti: da un lato, è fondamentale la collaborazione tra gli specialisti coinvolti nella gestione del paziente – in particolare pneumologo, immunologo e allergologo - e questo perché il paziente con asma grave presenta spesso varie comorbidità che vanno trattate di concerto. Dall'altro è importante che il paziente non si ‘abitui' alla propria malattia e non si rassegni a fare uso cronico del cortisone orale. La nostra ambizione è che chi soffre di asma grave non rinunci alla normalità della vita quotidiana e che non ne sia limitato nelle sue capacità e attività fisiche e questo oggi è possibile grazie al trattamento con benralizumab”. “L'asma grave costringe le persone che ne sono affette a vivere una vita difficile e faticosa, e crea enormi disagi anche nel compiere le più semplici attività quotidiane. La strada verso la corretta diagnosi e l'identificazione della terapia più adeguata è spesso un percorso a ostacoli, lungo cui si procede ancora troppo lentamente - commenta Simona Barbaglia, presidente di Respiriamo Insieme onlus - La disponibilità di due farmaci biologici, a cui si aggiunge in questi giorni un terzo, il benralizumab, offre a questi pazienti una reale opportunità di tornare a vivere una vita piena e attiva. È per raggiungere questo obiettivo che l'associazione sostiene da sempre la ricerca scientifica e appoggia la costituzione di reti che coinvolgano anche il medico di medicina generale e la collaborazione tra tutti gli esperti che si propongono di rispondere alle necessità dei pazienti". “Siamo orgogliosi di segnare oggi un passo in avanti molto importante nella cura di una patologia cronica e fortemente invalidante come l'asma grave - afferma Lorenzo Wittum, presidente di AstraZeneca Italia - Benralizumab è il frutto di molti anni di ricerca, siamo felici di poter offrire questa nuova opzione terapeutica ai pazienti e ci stiamo impegnando con la Comunità Scientifica, le Associazioni Pazienti e le Istituzioni a migliorare significativamente anche il percorso di cura e gestione di questa patologia”. (FABRIZIA MASELLI)