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Medici di famiglia in piazza“Sempre vicini al cittadino”

Parte da Biella il tour organizzato dalla Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg). L'iniziativa attraverserà numerose città italiane e, al grido di #adessobasta, chiede a gran voce un maggiore riconoscimento di questi medici

Maria Rita Montebelli
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Medici di famiglia in marcia per ribadire la centralità del proprio ruolo e i diritti dei propri assistiti all'interno di una discussione sulla sanità troppo spesso distante dalla realtà e dai bisogni dei cittadini. I medici di famiglia sono ad oggi molto spesso facili bersagli di attacchi sull'appropriatezza e sui costi attraverso l'uso di preconcetti, luoghi comuni, approcci superficiali che molte volte arrivano se espressi da altri medici anche ai limiti della sopportabilità deontologica. E' in questo contesto che la Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) ha scelto di dare vita ad un'iniziativa senza precedenti, un tour legato ad un hashtag molto chiaro: #adessobasta. Trenta giorni di tour che toccheranno 15 città, per un totale di 1800 chilometri percorsi, durante i quali la Fimmg raccoglierà opinioni e bisogni dei cittadini sul medico e sui servizi che vorrebbero trovare nello studio.  Al progetto itinerante parteciperà il segretario nazionale di Fimmg Silvestro Scotti. “Se la politica è l'arte del compromesso - dice Scotti - la medicina, anche e soprattutto quella di famiglia, è l'arte di ascoltare. Per questo, stavolta abbiamo deciso di farci ascoltare, e per farlo di dare vita a ad un vero e proprio tour nelle piazze d'Italia soprattutto dei piccoli paesi, pronti a cercare un ulteriore confronto con i cittadini ed essere sempre più un punto di riferimento di un servizio sanitario di prossimità ad accesso diretto e gratuito. Ricordiamo a tutti che in Italia ci sono 5.498 comuni sotto i 5mila abitanti, che rappresentano il 69,47 per cento del numero totale dei comuni italiani, dove vivono circa 10 milioni di cittadini ai quali va offerto, considerando una maggiore distanza da un'offerta di secondo livello specialistico, un servizio di cure primarie competitivo ed efficiente, partendo dalle unità elementari che noi chiamiamo micro-équipe, che possono migliorare anche l'efficienza del Servizio sanitario nazionale nelle aree a maggiore densità di popolazione diventando il mattone costituente di forme più complesse di cure primarie”. Lo scenario che si stenta a far comprendere è quello di un paese nel quale si registra un rapido e costante invecchiamento della popolazione, con l'esigenza di offrire risposte adeguate sul tema delle cronicità che hanno come fondamentali per l'assistenza di una tale popolazione la prossimità e la domiciliarità. “Constatiamo con rammarico che le proposte portate avanti dalla nostra Federazione per sviluppare e migliorare l'organizzazione dell'assistenza sul territorio - prosegue Scotti – sono state scarsamente prese in considerazione e riteniamo che in piazza con noi ci affiancassero gli amministratori locali a cui illustrarle insieme ai loro cittadini, in modo da farne quasi una petizione popolare senza colori politici poiché riteniamo la tutela della salute e il Ssn fuori da questa disputa. Abbiamo un contratto di lavoro i cui contenuti devono essere evoluti per poter soddisfare i bisogni di salute e per offrire ai pazienti un servizio di prossimità che, lo ricordiamo, significa assistere e curare i cittadini là dove vivono e lavorano. Ancor più se parliamo di realtà territoriali distanti dalle grandi metropoli, dove spostarsi non è sempre facile e gli ospedali più vicini sono a chilometri e chilometri di distanza”. Ed è questo un tema che il nuovo governo dovrà tenere in debita considerazione proprio di qui ai prossimi mesi, quando si metterà mano alla legge finanziaria. Scotti ricorda con disappunto che, “a tantissimi medici manca il supporto di altre figure professionali come l'infermiere di studio, il personale amministrativo o altri operatori come l'assistente sociale e i terapisti della riabilitazione. Figure che possano cioè aiutarli a gestire tutte quelle funzioni, spesso non mediche, che non gli permettono, se non con grande sacrificio, di prendersi cura dei pazienti e offrire loro un'assistenza migliore”. Il tour #adessoBasta ha preso il via da Biella per poi toccare diverse piazze d'Italia, dove spera di incontrare una rappresentanza di cittadini, ma con la certezza dell'attenzione di tutti i 60 milioni di italiani. Si distribuiranno i volantini con le ragioni di #adessobasta, hashtag che è stato tradotto in tutti i dialetti proprio per ricordare la territorialità e l'appartenenza alle comunità locali dell'offerta della medicina di famiglia, sarà anche una piazza social con dirette facebook e interviste dei presenti cittadini o amministratori locali e si ricaverà un primo docufilm dell'iniziativa che sarà diffuso durante il Congresso nazionale della Fimmg di ottobre di quest'anno. Uno sforzo importante sia sotto il profilo economico che logistico, al quale i medici di famiglia della Fimmg non hanno voluto rinunciare, convinti che valga la pena combattere questa battaglia di civiltà in difesa di quel diritto alla salute che la costituzione italiana sancisce. (MATILDE SCUDERI)

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