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Allarme fake news: nuoccionogravemente alla prevenzione

Anche la bufala più clamorosa quando comincia a girare ovunque, acquisisce veridicità. Le più virali sono le fake news sui vaccini, seguite da quelle sullo screening dei tumori. Male conseguenze economiche e di vita sono pesanti

Maria Rita Montebelli
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Quanto costano le bufale? E' la domanda che si è posta il progetto di ricerca ‘Impatto delle fake news in ambito sanitario', finanziato dal Ministero della Salute e condotto dal CEIS-EEHTA della Facoltà di Economia dell'Università di Tor Vergata (Roma), in collaborazione con la Kingston University di Londra. I risultati della ricerca sono assai preoccupanti in quanto dimostrano che le fake news hanno una capacità di penetrazione enorme, diventando spesso virali e travolgendo così come una valanga anche il pensiero di chi sulle prime tende a non credere alla notizia; è proprio il fatto di vederla riproposta ovunque a conferire ‘veridicità' ad una bufala. E le conseguenze, soprattutto in ambito sanitario, possono essere devastanti. Per la salute dei cittadini in primo luogo, ma anche per le casse della sanità. Basti pensare che le ‘vittime' preferite delle fake news in sanità sono le vaccinazioni e gli screening per alcuni dei tumori principali (prostata, colon-retto e mammella). La ricerca del CEIS-EEHTA ha ingaggiato 1.600 partecipanti, divisi in due gruppi; ad un gruppo venivano proposte una serie di notizie, ‘svelando' la natura ‘fake' di alcune di esse; all'altro gruppo non veniva data una chiave di lettura delle notizie proposte. Il risultato sorprendente è stato che gli appartenenti ad entrambi i gruppi (sia quello dei ben informati, che quello dei tenuti all'oscuro della veridicità della notizia) tendevano a condividere in uguale misura le fake news. Il 60 per cento degli intervistati ha dichiarato che anche nella realtà condividerebbe una fake news, pur non ritenendola veritiera. Ma quali sono le fake news più gettonate? Da questa ricerca emerge che ben il 92,4 per cento appartiene al campo dei vaccini, il 3,3 per cento allo screening del tumore della prostata, il 2,2 per cento allo screening del tumore del colon retto, il 2,1 per cento allo screening del tumore della mammella. “L'analisi ha ottenuto l'esito più preoccupante che ci potessimo aspettare - spiega il professor Francesco Saverio Mennini, responsabile della ricerca, direttore EEHTA del CEIS, Facoltà di Economia dell'Università di Roma di Tor Vergata e Kingston University di Londra - e conferma che una fake news, appena viene diffusa, sta già producendo i suoi effetti negativi. Da quel momento è libera di diffondersi a macchia d'olio. Diventa virale, nel senso più letterario del termine, e i cittadini perdono la capacità di comprendere se è vera o falsa. Anche le persone avvertite che si trattava di fake news, vedendole riproposte, iniziavano a ritenerle meritevoli di condivisione. Questo progetto ha consentito di indagare gli effetti sociali ed economici delle bufale in sanità con particolare riferimento alla prevenzione. Dai nostri test ultimati appena un mese fa, le fake news sulle vaccinazioni sembrerebbero essere quelle con maggior rischio di condivisione e percezione di veridicità. L'aumento vertiginoso delle fake news negli ultimi anni ha generato incertezza e preoccupazione nelle famiglie contribuendo alla riduzione dell'efficacia delle strategie preventive attuate dal Ministero della Salute. Tali effetti, non solo incrementano i rischi di diagnosi ritardata di patologie ad alta letalità (screening), ma generano anche un maggior numero di patologie croniche e acute con un aumento vertiginoso dei costi”. Studi recenti dimostrano infatti che le mancate vaccinazioni comportano un incremento dei costi sociali pari ad 1 miliardo l'anno; mentre al contrario, lo screening per il tumore della mammella ha ridotto la spesa ospedaliera del 18 per cento, oltre ad abbattere la mortalità per questo tumore. (MARIA RITA MONTEBELLI)

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