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Scienza: creata la pelle artificiale con il senso del tatto, sarà utile per le protesi

Alessandra Menzani
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E' pronta la pelle artificiale che ha il senso del tatto, la prima che sa trasferire al cervello le percezioni che avverte. Flessibile, simile a quella umana e dotata di sensori di pressione organici fatti di nanotubi di carbonio, è descritta sulla rivista Science ed è stata sviluppata dagli ingegneri della Stanford University, il cui lavoro apre nuove prospettive nuove generazioni di robot e per protesi più efficienti. ''E' la prima volta che un materiale flessibile e simile alla pelle riesce a rilevare la pressione subita e trasmettere il segnale elettrico al sistema nervoso'', commenta Zhenan Bao, coordinatrice del gruppo di 17 ricercatori che da anni studia l'uso di plastica e gomma come sensori di pressione. E infatti il "cuore" di questa pelle artificiale è un sistema composto da due strati di plastica: uno esterno che, come la pelle umana, crea il meccanismo del tatto e sente i diversi tipi di pressione, da quella di un dito che sfiora a quella di una salda stretta di mano; lo strato interno funziona come un circuito per il trasporto dei segnali elettrici, traducendoli in stimoli biochimici 'leggibili' per i neuroni. Per trasmettere l'impulso elettrico i ricercatori hanno cosparso miliardi di nanotubi di carbonio, organizzati in minuscole piramidi, su una "cialda" di plastica. In questo modo la pressione esercitata sui sensori di plastica schiacciava i nanotubi, facendo condurre loro l'elettricità.  Aumentando o diminuendo la pressione sui nanotubi, cambiava di conseguenza il flusso di elettricità attraverso il sensore, e la sensazione trasmessa. Un meccanismo, questo, che imita il funzionamento del la pelle umana, che invia al cervello le informazioni sulla pressione come brevi impulsi elettrici, simili a quelli del codice Morse, e che è stato agganciato al secondo strato di pelle artificiale, composto da un circuito elettronico flessibile e organico in grado di trasportare gli impulsi elettrici alle cellule nervose. Per realizzarlo i ricercatori hanno sviluppato un sistema elettronico flessibile, che si piega senza rompersi, e impiegato la tecnologia delle stampanti a getto di inchiostro per depositare i circuiti flessibili sulla plastica. Infine hanno sperimentato, sui topi, che il segnale elettrico può essere riconosciuto dal sistema nervoso, con una fila di neuroni per simulare il sistema nervoso, trasformando i segnali di pressione elettrica della pelle artificiale in impulsi luminosi che attivavano i neuroni. Gli ingegneri di Stanford stanno adesso lavorando a diversi sensori capaci di replicare i 6 tipi di meccanismi biologici di sensazione nella mano umana.

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