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Meteo, il Niño si "mangerà" l'inverno

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Alessandra Menzani
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El Niño sta appassionando i metereologi  di tutto il mondo. Monitorato da 1950, è un anomalo surriscaldamento delle acque superficiali del Pacifico equatoriale e tropicale, al lago delle coste di Perù ed Ecuador, un fenomeno  che di norma si ripete ogni 2-7 anni. Si teme che i cambiamenti climatici in corso possano alterarne le caratteristiche e aumentarne l'intensità.  Nell'ultima settimana una vasta porzione di oceano ha rilevato un eccesso termico di ben 3 gradi. Ed è la prima volta. Il  Niño determina in genere delle annate molto calde a scala planetaria, e non a caso il 2015 è certo che diverrà l'anno più rovente dal 1880, ma la sua presenza è in grado di alterare i regimi di temperatura e precipitazioni soprattutto sulle regioni tropicali, e grazie alla sua evoluzione è possibile anticipare alcune anomalie climatiche più facilmente prevedibili proprio su quelle regioni. Ad esempio si ipotizza che l'inverno che sta per arrivare sarà più mite del consueto dall'India al Giappone, più siccitoso nel Sud-Est asiatico, alimentando ulteriormente i gravi incendi in corso da mesi in Indonesia, più piovoso invece sugli Stati americani del Golfo: inoltre l' estate australe potrebbe essere molto calda in Oceania.

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