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Il grande caldo a marzo? Senza precedenti: cosa è già arrivato in tavola, inquietante

Davide Locano
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La primavera è finta, le primizie sono vere. E così sulle tavole di un italiano su tre sono arrivate frutta e verdura che invece avremmo dovuto iniziare ad assaporare più o meno fra un mese. I catastrofisti dicono che sia per l' effetto dei cambiamenti climatici dovuti alla poca sensibilità dell' uomo per l' ambiente. Cambiamenti che altri, invece, attribuiscono a cicli naturali che da secoli fanno aumentare o diminuire le temperature sulla terra. Nell' attesa di capirne di più, si mangia. Fragole soprattutto. Basta fare un giro per qualsiasi mercato rionale di qualsiasi città o paese italiano per rendersene conto come i banchi ne siano pieni. Certo, il prezzo non è bassissimo, del resto si parla pur sempre di primizie: si trovano ad un costo che varia dai 2,99 euro al chilo per quelli di dubbia provenienza fino a 6,99 euro al chilo per quelle certificate che arrivano da Puglia e Basilicata. Dolci, succose, squisite e pronte a far tirare fuori le ricette che ispirano pensando all' estate. E che dire delle fave che in genere maturano tra aprile e maggio? Leggi anche: Marcia per il clima? No, insulti a Salvini Nel Lazio già si gustano con il formaggio Pecorino, la loro meravigliosa "morte", così come i carciofi romaneschi, la varietà "mammole", quella che poi si declina alla "giudia" o, appunto, alla "romana". Ora si vendono anche a 2 euro l' uno. I piselli, invece, si sono palesati con due settimane di anticipo in Puglia e iniziano a farsi spazio nei mercati generali, mentre molto più a Nord, e siamo in Veneto, gli asparagi, verdura primaverile per eccellenza, ricca di ferro, acido folico e vitamine K e A, sono "nati" in anticipo di una decina di giorni e venduti fino a 5 euro al chilo. E proprio non ce l' hanno fatta ad aspettare nemmeno zucchine, agretti ed erbe spontanee così di moda. Prodotti che si possono ormai acquistare non soltanto al mercato, ma anche presso i banchi di "Campagna Amica" sparsi un po' in tutta Italia (i dettagli su campagnamica.it) sui quali la primavera è servita a chilometro zero o quasi. IL TEMPO Dunque, il tempo cambia e i campi si adeguano. «Il caldo anomalo ha mandato in tilt le coltivazioni nei campi lungo tutto lo stivale e stravolto completamente le offerte stagionali normalmente presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell' anno. Il surriscaldamento - spiega la Coldiretti - colpisce le imprese agricole con lo sconvolgimento dei normali cicli colturali che impatta sul calendario di raccolta e sulle disponibilità con effetti concreti anche per i consumatori che sono costretti a fare i conti con le fluttuazioni anomale dell' offerta e dei prezzi dei prodotti che mettono nel carrello della spesa». Due i fattori che hanno stravolto l' almanacco di Barbanera: le precipitazioni dimezzate al nord e quei 0,4 gradi in più rispetto alla media stagionale in quasi tutta Italia perché al nord la colonnina di mercurio è arrivata a segnare anche un grado in più rispetto al periodo di riferimento 1971-2000. Certo, niente a che vedere con l' anno scorso, quando gli 1,48 gradi in più hanno fatto del 2018 l' anno più caldo dal 1800. LA PARTE BUONA L'innalzamento delle temperature, però, ha generato anche un fatto positivo: la maggior parte di frutta e verdura è "made in Italy". Un toccasana in un momento in cui i consumatori iniziano a snobbare ciò che non è italiano, per tutelare la propria salute. Secondo la Coldiretti, il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari (pesticidi) è stato pari al 4,7% rispetto alla media Ue dell' 1,2% e ad appena lo 0,4% dell' Italia. Significa che i prodotti extra Ue sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di quelli made in Italy. Non è un caso che la frutta straniera viene bocciata dall'88% degli italiani. E preoccupano le importazioni incontrollate dall' estero grazie agli accordi agevolati stipulati dall' Ue tra cui le condizioni favorevoli concesse al Marocco per il pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli e zucchine o all' Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi. «Accordi - dice la Coldiretti - molo contestati perché nei Paesi di origine è spesso permesso l' uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa». Oltre allo sfruttamento della manodopera. FIORITURE Assaporate le primizie insieme all' illusione di essere in primavera inoltrata, i possibili bruschi cambi di temperatura fanno temere per la sorte degli alberi da frutto. Mandorli, albicocchi, ciliegi ed alcune varietà di pesche si sono risvegliati in anticipo deliziandoci con le fioriture. «Se in Sicilia i mandorli sono sbocciati una settimana prima in Romagna per gli albicocchi - precisa la Coldiretti - si registra una accelerazione di ben quindici giorni». Quella che si prepara ad affrontare il comparto dell' agricoltura, settore che più di tutti si basa sul ciclo delle stagioni, è una sfida «che le imprese devono essere pronte ad affrontare interpretando», conclude la Coldiretti, «le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio». Una sfida economica importante visto che nel 2018 gli italiani hanno comprato nove miliardi di chili di frutta e verdura con un incremento del 3% rispetto al 2017. di Tiziana Lapelosa

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