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Corsa, la guida per chi vuole correre per dimagrire: cosa devi fare per non rovinarti la salute

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Gino Coala
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Che la Primavera sia esplosa lo si capisce non solo dal clima che ti obbliga a vestirti, ogni mattina, a "cipolla", pronta cioè a toglierti strati di vestiti con il trascorrere delle ore giornaliere ma, e soprattutto, per il ritorno domenicale, nelle strade, dei podisti improvvisati. Sono quei strani soggetti che, come gli animali dopo il letargo, aspettano i primi raggi di sole insistenti per uscire dalla tana e "andare a fare una corsetta", il più delle volte con lo scopo principale "di buttare giù un po' di panza", in vista della fatidica prova costume. Rispetto ai runner seri, ovvero quelli che lo fanno con giudizio e costanza, i neofiti si riconoscono, anche all' occhio inesperto, per alcune loro precise caratteristiche. Leggi anche: Cancro all'intestino, la scoperta rivoluzionaria: è ufficiale, l'olio d'oliva è un antitumorale IL FAI-DA-TE Prima di tutto, l' abbigliamento. Se chi pratica la corsa con abitudine, si veste di tutto punto, utilizzando materiale tecnico e scarpe adatte al suo tipo di appoggio, peso e postura, il runner "fai da te", no. Di solito, sul marciapiede, li incroci, bardati come se stessero per andare a scalare il K2, salvo, dopo pochi metri, vederli rantolare afflosciati a una pianta. Si mettono la tuta da passeggio pagata 9,90 euro al Super, il k-way anche senza pioggia e vento perché "così sudo di più e dimagrisco rapidamente" (sciocchezza colossale), il pantaloncino svolazzante di cotone (il più delle volte, quello della squadra di calcio preferita, utilizzato per il calcetto), le calzette di spugna bianche (stile cestisti anni Settanta), le scarpe da ginnastica vecchie di sette anni e ricurve in punta. Dulcis in fundo, la fascia del sudore, in testa, come taluni tennisti, neanche dovessero attraversare il deserto a Ferragosto. Fossero solo questi, i problemi. Partono a freddo, senza un minimo di riscaldamento, correndo come se non ci fosse un domani. Il che, dopo cinque minuti, ad andar bene, vuol dire aver già terminato la sgambata, con in più il rischio serio di farsi male. L' andatura? "Ad mentula canis", ovvero come viene, viene, senza una logica di efficienza biomeccanica. Il che comporta un inutile spreco di energie e, soprattutto, il pericolo di infortuni. Insomma, non pensiate che correre sia una cosa che sanno fare tutti. Ci vuole testa e giudizio. Detto dell' abbigliamento che non deve essere improvvisato (basta andare in un qualunque negozio di running per avere i giusti consigli), se decidete di andare a correre, dopo molto tempo di fermo, fatelo con intelligenza. Prima di tutto, non abbiate fretta di fare troppi chilometri. Occorre che il vostro corpo, abituato, come massimo dello sforzo, a cambiare, con il telecomando, il canale televisivo, si adatti a questo "choc". COME PREPARARSI Partite tranquilli, facendo, magari, due-tre minuti di corsa leggera (che vi permetta di parlare con l' amica, senza affanno) e poi camminate a ritmo sostenuto per un minuto. Fatelo quattro-cinque volte e poi, come primo giorno, smettete. Vi sembra poco? Non abbiate fretta. Lasciate passare almeno 24 ore e poi ritornate a fare una seconda sgambata, senza guardare il cronometro o l' app sul cellulare che vi indica la distanza percorsa. Le prime uscite devono essere libere, senza condizionamenti. Quando avrete acquisito una certa autonomia, aumentate le distanze, ma con giudizio. Di solito, non più del 10% rispetto alla settimana precedente. Se capite che il vostro corpo si sta affaticando eccessivamente, dategli il tempo di recuperare (il riposo è altrettanto allenante). Non sottovalutate i dolorini o gli eventuali infortuni, perché non ce n' è come doversi fermare per parecchio tempo. In tanti, amano correre appena svegli, senza colazione. Se siete in grado di sopportarlo, fatelo anche voi. L' importante è non decidere di infilarsi le scarpette da running dopo aver divorato, un' ora prima, cassoeula con polenta. Pochi accorgimenti, che vi eviteranno di trasformarvi in un Fantozzi del podismo, facendovi arrivare pronti alla prova costume. di Viviana Persiani

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