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Ciliegie, pesche a albicocche: l'estate dei prezzi pazzi. Occhio alla rapina: quanto le dovete pagare

Davide Locano
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Prezzi pazzi per la frutta di stagione. Ciliegie, albicocche e pesche precoci sono in vendita nella grande distribuzione a prezzi diversissimi. Pur della medesima categoria e con calibro identico. Differenze non completamente spiegabili con la qualità dei frutti, anche se le varietà in vendita ai valori più bassi, presentano quasi sempre i segni del maggio piovoso e talvolta delle grandine caduta nelle ultime settimane. Ma andiamo con ordine. All'origine, secondo le rilevazioni di Ismea Mercati, nella prima settimana di giugno i prezzi delle tre varietà di cui mi occupo, hanno fatto registrare andamenti contrastanti. All'origine le albicocche valevano 0,73 euro al chilogrammo, in calo del 24,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il prezzo delle ciliegie ferrovia, invece, è salito sul giugno 2018 del 26,2%, a 3,25 euro al chilo. Maluccio le pesche a polpa gialla, valutate al campo 0,66 euro al chilogrammo, in calo del 13,7% sul prezzo 2018. Leggi anche: Alimento per alimento, ecco i trucchi per conservarli in frigorifero Questo accadeva nei primi giorni di giugno. In settimana, si sono registrate alcune proteste dei produttori agricoli. Un gruppo di coltivatori della Basilicata ha deciso di regalare pesche e albicocche ai consumatori, lamentando i prezzi scandalosamente bassi riconosciuti loro dai grossisti. Appena 5 centesimi al chilo, mentre a loro costano 50 cent: dieci vote tanto. In attesa di capire come si possano fermare queste speculazioni che puntualmente colpiscono gli anelli più deboli della filiera in questo periodo, c' è da rilevare che la variabilità dei cartellini sul bancone è tale da rendere impossibile fare un calcolo preciso del ricarico dall' origine al consumo. Come si vede dalla tabella di questa pagina, che ho compilato vestendo i panni del Casalingo di Voghera e classificando le tre varietà di frutta in vendita nelle catene nazionali nel capoluogo dell' Oltrepò, i prezzi sono diversissimi. Ad esempio, le pesche a polpa gialla, prima categoria e calibro A (da 61 a 67 millimetri di diametro), si pagano 1,98 cent, seppure in cassetta da 3 chili. Un prodotto simile, sempre all' Esselunga e sempre di calibro A, costa 90 centesimi in più, vale a dire 2,88 euro al chilo. Prezzo coincidente con quello delle pesche tabacchiera, o saturnine che però alla Grande I sono in vendita a 4,90 euro. I DURONI Andamento simile per le ciliegie, in particolare per i "duroni", una varietà particolarmente pregiata che si conserva più a lungo. I duroni più costosi in assoluto sono quelli Fiorfiore Coop, origine Italia, almeno 28 millimetri di calibro, che costano ben 12,63 euro al chilo. All'Esselunga, la medesima varietà di ciliegie, calibro 28/30, si paga 9,36 euro. I duroni della Grande I, costano ancora meno, 5,98 euro, ma sono di calibro inferiore, almeno 25 millimetri, anche se sono di produzione locale. Prezzo simile a quello che ho rilevato sempre all' Iper, per le ciliegie comuni coltivate in Val di Nizza, a poco più di dieci chilometri dal punto vendita di Montebello della Battaglia. Meno ampie le variazioni per le albicocche, anche se la varietà meno cara (Grande I, coltivazione Volpedo in provincia di Alessandria), ha un prezzo di 2,20 euro al chilo che è meno della metà rispetto al cartellino delle albicocche, sempre di calibro 40/45, vendute all' Esselunga a 4,90 euro al chilogrammo. L'aspetto è simile, anche se le prime sono più succose e dolci. Una considerazione sull' origine dei prodotti censiti. Dopo gli allarmi lanciati da ogni parte d' Italia sui danni arrecati alle coltivazioni arboree dal maltempo nelle ultime settimane, mi aspettavo l' invasione dei frutti stranieri, Che almeno sulla piazza di Voghera non si è verificata. Fra le referenze che ho censito appena due, le pesche bianche in vendita alla Grande I e all' Esselunga, dichiarano "origine Spagna". Evidentemente i prodotti importati prendono altre strade. Forse quelle del commercio ambulante. Infine gli sconti, che ci sono, come si vede dalla tabella, ma non sono tali da stravolgere la gerarchia dei cartellini, anche se alcune testate specializzate, come Italiafruit.net, segnalano per le drupacee, sconti massicci nell' ordine del 50% soprattutto nei discount: Aldi e Lidl. di Attilio Barbieri

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