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Pisolino pomeridiano miracoloso per la salute: anche breve, da quale malattia può salvare

Maria Pezzi
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Il pisolino pomeridiano non gode di buona stampa, come sanno bene i lettori di Topolino che ricordano Paperino sbracato sull' amaca, emblema del fannullone e dormiglione, a fronte del dinamico zio Paperone che per rilassarsi si tuffa tra i suoi dollari. Ma numerosi studi, e ultimo quello di un'équipe dell'ospedale universitario di Losanna, hanno rivelato le virtù benefiche del riposino, anche al cuore. Lo studio svizzero ha preso in esame un campione di 3462 individui tra i 35 e i 75 anni, nessuno con precedenti di patologie cardiovascolari. Ciascuno di loro ha misurato e riferito ai ricercatori la frequenza e la durata dei loro pisolini nell'arco della settimana, per un periodo di 5 anni e 3 mesi. Nello stesso periodo, i soggetti sono stati monitorati riguardo agli eventi cardiovascolari non fatali e fatali, quali infarto, ictus e insufficienza cardiaca (di tali eventi, sul campione preso in esame se ne sono verificati 155). Ne è emerso che il tasso di rischio di incidenti a carico del cuore si è ridotto in quei soggetti che di giorno schiacciavano un pisolino una o due volte alla settimana, con un notevole miglioramento - il 48% di probabilità in meno - rispetto a chi invece non lo faceva, anche se non sono stati rilevati ulteriori abbassamenti del rischio aumentando la frequenza o le ore del riposo. Compensazione - Le ragioni di questa correlazione tra pisolini (non troppo frequenti) e salute del cuore, ipotizzano i ricercatori, potrebbe stare nel fatto che chi riposa il giorno crea una specie di compensazione a un sonno notturno disturbato o insufficiente e pertanto non pienamente ristoratore. Questa "compensazione fisiologica" riduce lo stress del soggetto, e quindi abbassa il rischio di incidenti cardiovascolari. I benefici del sonnellino pomeridiano, osserva lo studio, si conservano sia che si dorma una manciata di minuti, sia che si dorma per qualche ora, e non sono minimamente scalfiti neanche dal manifestarsi di effetti come la sonnolenza diurna o l' apnea ostruttiva del sonno. Per approfondire leggi anche: Ictus, perché mangiare vegano non fa bene Il consiglio che si può trarre dallo studio, dunque, è quello di essere dormiglioni moderati, concedendosi il pisolino non più di due volte a settimana, e per il tempo che viene naturale. Del resto, ancora prima che la scienza lo consigliasse, il pisolino è stato praticato da molti personaggi che, anche se non tutti hanno avuto lunga vita, potrebbero essere ottimi testimonial del riposino. Winston Churchill, che affermò: «La Natura non ha voluto che l' umanità lavorasse dalle otto di mattina fino a mezzanotte senza quel ristoro di benedetto oblio che, durasse pure solo venti minuti, è sufficiente a rinvigorire tutte le forze vitali. Non credere che lavorerai di meno se dormi di giorno. È una nozione sciocca nutrita da persone prive di immaginazione. Sarai in grado di fare di più. Sarà come avere due giorni in uno - be', diciamo uno e mezzo». Un genio - Albert Einstein dormiva dieci ore a notte, ma non rinunciava ai suoi microsonni diurni. Pare usasse dormire in poltrona con qualche oggetto in mano, ad esempio una matita, che, non appena il sonno entrava nello stadio 2 (il cosiddetto sonno medio) gli cadeva dalle mani risvegliandolo. In questo modo il grande scienziato restava sempre in uno stato di dormiveglia, notoriamente molto proficuo per l' immaginazione e le intuizioni. Questa stessa tecnica usava anche Salvador Dalì, che diceva che un pisolino gli era necessario per «ravvivare l' intero essere fisico e psichico», e probabilmente favoriva le sue visioni surreali. Risalendo più indietro nel tempo, si racconta che Leonardo Da Vinci dormisse pochissimo la notte, anche solo due ore, e dovesse quindi recuperare di giorno con pisolini di quindici minuti ogni quattro ore. D' altronde criticava i dormiglioni, affermando che dormiremo a sufficienza quando saremo morti. Di Napoleone si ricorda il suo detto secondo il quale «l' uomo dorme sei ore, la donna sette, e lo sciocco otto». Il che non gli impediva di restare insonne per molti giorni, specie durante le campagne militari, per poi concedersi un pisolino in ogni momento, anche sul campo di battaglia. di Giordano Tedoldi

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