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Coronavirus, caccia al vaccino: "Perché è una sfida epocale", in laboratorio la battaglia più dura

Davide Locano
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Contro i virus la medicina più efficace e più sicura, che offre una buona protezione dalle malattie da loro provocate, è e resterà il vaccino specifico. Tutti gli altri farmaci antivirali esistenti, che solitamente hanno una loro tossicità, e come tali risultano lesivi sia per il virus che per la cellula che lo ospita, sono pochi e difficili da sintetizzare, perché il virus non è un batterio, è fatto di un' altra pasta, ed ancora oggi si discute se sia una forma di vita oppure no, e c' è persino chi lo definisce «un essere ai margini della vita», che non può sopravvivere da solo a lungo nell' ambiente, poiché per vivere e moltiplicarsi deve invadere una cellula di un altro organismo, che sia un animale, una pianta o un batterio, e quando si integra dentro una cellula vivente utilizza le sue vie metaboliche per riprodurre se stesso, moltiplicandosi al suo interno fino a farla scoppiare, propagando il tal modo le sue particelle virali. Leggi anche: "Roba fresca che non sta bene": Vittorio Feltri sta con Luca Zaia È chiaro quindi che un antibiotico non ha appigli per contrastarlo, ed un farmaco antivirale efficace deve avere un principio attivo che basi la sua interazione con le varie fasi della replicazione virale, con il suo genoma, con la sua sintesi proteica e con i suoi sistemi enzimatici, ma per ogni nuova molecola antivirale prodotta dall' uomo, questo perfido microbo, incredibilmente intelligente, sviluppa ceppi virali in grado di inattivarla o produrre resistenza al farmaco stesso. In ogni contrasto farmacologico infatti, il virus mette in atto le sue difese, si nasconde in trincea sviluppando svariate strategie, con la formazione di pompe di efflusso che "sputano" fuori dalla cellula il farmaco, mentre altri ne disattivano la funzione, spezzando la catena chimica o bloccando il sito dove la molecola curativa si attacca per inattivarli. DIVERSITÀ Inoltre ogni virus è diverso dall' altro, vive, attecchisce ed esplica la sua azione patologica in modo differente, oltre ad avere la capacità di virare, di mascherarsi in forme più o meno aggressive nelle cellule del corpo umano in cui penetra e si insedia, le quali si difendono in vari modi al suo ingresso, e dal momento che quasi ogni virus ha la capacità, durante la sua azione infettante, di "cambiare faccia", la monoterapia risulta in genere inefficace, motivo per cui bisogna necessariamente somministrare più farmaci contemporaneamente, in un cosiddetto cocktail potenzialmente mortale per lui e il suo habitat. Questa mia lunga premessa per spiegare perché oggi non esiste ancora una terapia specifica contro il nuovo Coronavirus, e perché si stanno provando varie cure sperimentali sugli ammalati, in una corsa folle contro il tempo, nel tentativo di non far degenerare la temibile polmonite primaria provocata da questa nuova virosi, e in quello di evitare il sovrapporsi di altre complicanze più gravi, per poter condurre i pazienti alla guarigione. È stata l' Oms (Organizzazione Mondiale Sanità) ad autorizzare e suggerire contro il Conad-19 l' uso di una molecola sperimentale, un farmaco con azione antivirale già utilizzato per la malattia da Virus Ebola, sintetizzato dal colosso farmaceutico Gilead, chiamato Remdesivir, lo stesso che si sta somministrando in Cina alle migliaia di pazienti infetti, e che è stato usato sui pazienti ricoverati all' Ospedale Spallanzani di Roma, oggi tutti e tre considerati guariti, compresa la coppia di cinesi che erano stati accettati in condizioni critiche, e tenuti intubati in rianimazione per tre settimane. Al momento il Remdesevir è l' unico farmaco che si ritiene possa avere una reale efficacia, il più promettente sulla base dei dati disponibili, l' unica soluzione e quello che sembra potenzialmente attivo contro l' infezione. LA MOLECOLA In Italia questa nuova molecola è stata somministrata ai contagiati dal Coronavirus in combinazione con altri due farmaci antivirali, il Lopinavir ed il Ritonavir, due molecole comunemente utilizzate per l' infezione da Hiv-Aids, già approvati, considerati sicuri e ben tollerati dall' uomo, e tale connubio di principi attivi ha mostrato effettivamente un' attività antivirale anche sul Coronavirus. A volte è stata somministrata anche la Ribavirina, un vecchio antivirale utilizzato per l' influenza, oltre a vari antibiotici per prevenire il sovrapporsi di infezioni batteriche in questi pazienti. Al momento, in assenza di un vaccino, dobbiamo accontentarci dei risultati preliminari che sono incoraggianti, e non c' è ancora un follow-up a lungo termine, ma naturalmente sono in corso studi per verificare in che misura, su pazienti con sintomi moderati o gravi della malattia, questo farmaco agisca rispetto ad un placebo, e tra circa tre settimane si saprà meglio della sua efficacia contro il virus, poiché tali sperimentazioni stanno procedendo su una corsia preferenziale, data la vastità del problema e l' alta contagiosità dell' agente virale. In molti casi i farmaci antivirali sono realizzati in modo di ingannare i virus super-intelligenti, in una sorta di sfida di cervelli alla furbizia, portandoli a produrre materiale genetico inattivo, impedendo la costruzione di nuove particelle virali e la replicazione all' interno della cellula infettata. SENZA SOSTA Una guerra combattuta senza sosta, utilizzando strategie e contro strategie molto sofisticate contro questi super-virus che sfidano beffardi l' intelligenza umana, capaci di resistere anche all' azione del più potente farmaco prodotto, pur essendo microrganismi viventi piccolissimi, di alcuni micron di diametro, praticamente invisibili, forniti di temibili enzimi che consentono loro di sviluppare al bisogno un proprio metabolismo, che permette loro di variare, di nascondersi e mimetizzarsi, oltre che di simulare, mentendo sulla propria identità, che diventa molto difficile da mettere a bersaglio, da colpire e da annientare. E mentre la battaglia tra l' intelligenza umana e quella virale prosegue, nel mondo si assiste ad un aumento dei contagi del nuovo arrivato, il Clovid-19, contro il quale si stanno facendo passi avanti anche nella ricerca del vaccino specifico, ed un primo gruppo di profilassi sperimentale, sintetizzata alla Westlake University di Hangzhou, ha già prodotto anticorpi consentendo l' avvio di test sugli animali, ma dato che lo sviluppo del farmaco antivirale vaccinico richiede un lungo ciclo, per le cure dei malati urgenti di devono rispettare le regole scientifiche e le linee guida dell' Oms. Tre giorni fa, al Sacco di Milano, è stato isolato il ceppo italiano del Coronavirus, e da questi laboratori riparte la battaglia tra il microscopico virus e migliaia di cervelli umani impegnati, in una sfida epocale, per inattivarlo, abbatterlo e possibilmente annientarlo. di Melania Rizzoli

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