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Via al maxi-archivio del Dna

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Mappatura entro 2010

Dario Mazzocchi
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È partito il progetto per costruire il grande archivio del Dna. Approvato ieri dal Senato, la banca dati diventerà presto una risorsa fondamentale per facilitare le indagini penali e incastrare i criminali che da tempo sfuggono alle forze dell'ordine. La soluzione del maxi-archivio ha trovato consensi anche nell'opposizione che ha sostenuto il governo per approvare le norme di recepimento del trattato di Prum. Per tutti i paesi aderenti, infatti, il trattato prevede l'istituzione di banche dati del Dna interconnesse tra di loro. Un nuovo sistema informatico - Attualmente in Italia gli unici archivi di questo tipo erano circoscritti soltanto alle attività dei corpi d'investigazione speciale come i Ris. Adesso, invece, grazie alla nuova legge, i profili biologici saranno disponibili in un unico sistema informatico nazionale. Nell'archivio verranno inseriti oltre ai detenuti, anche le persone sottoposte a misura alternativa di detenzione, sotto custodia cautelare oppure in stato di fermo. Inoltre, verranno aggiunti anche i profili di persone scomparse e cadaveri non identificati. Identikit genetico - L'accesso, di cui deve essere garantita la tracciabilità, sarà effettuabile soltanto dalle forze di polizia  dall'autorità giudiziaria. Tuttavia i profili del Dna non potranno contenere informazioni che permettano l'identificazione diretta del soggetto cui sono riferiti ma soltanto dopo un esito positivo del confronto sarà possibile avere accesso al nominativo dell'interessato. Per il futuro si prevede anche la stesura di un regolamento applicativo che determinerà la durata di conservazione degli identikit del codice genetico. Il periodo non potrà essere superiore ai 40 anni e i campioni biologici saranno eliminati al massimo dopo 20 anni. Il completamento della mappatura dei profili è previsto entro l'estate 2010.

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