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Edward Luttwak e il coronavirus che spaventa il mondo: "Non controllabile, non è un'arma da guerra"

di Marco Rossi venerdì 31 gennaio 2020

3' di lettura

Edward Luttwak, politologo, esperto di strategia militare con un passato al Pentagono, tra i tanti saggi scritti ne ha firmato, tempo fa, uno dal titolo Il risveglio del drago. La minaccia di una Cina senza strategia. Il Tempo, in edicola mercoledì 29 gennaio, lo ha intervistato sul coronavirus che sta spaventando il mondo. "I cinesi hanno laboratori militari ma non lavorano su un agente come questo coronavirus che non è molto letale, comparato ad altri agenti, e non è controllabile come sono altri agenti. Se distribuisci spore di antrace controlli la loro distribuzione. Sa, sono piccolissime, invisibili ma le puoi depositare, buttare da un aeroplano e nessuno se ne accorge. Ne mangi una, entra nel tuo corpo e fa qualcosa. Questo invece è un virus che può andare ad uccidere Xi Jinping. Questo coronavirus non lavora per il governo cinese, lavora per se stesso". Per approfondire leggi anche: Edward Luttwak, atto di accusa al PD Il suo suggerimento? "Gli esperti nel controllo di epidemie suggerirebbero di evitare il blocco dei movimenti, perché guando blocchi i movimenti delle persone finisci con il produrre il contrario, dei movimenti accelerati dal panico di restare chiusi dentro, in questo caso dentro una città. E così porti queste persone da condizioni controllate, dove conosci i loro indirizzi e tutto il resto quindi li puoi visitare - a situazioni dove scappano e si nascondano. E quando uno di questi in fuga si ammala non andrà all'ospedale perché lì sarebbe subito identificato: città, provenienza, eccetera. Quindi si nasconderà, rischiando di contagiare tutti. Il massimo che puoi fare è evitare che, se a Wuhan c'è una epidemia, la gente da fuori non si precipiti a Wuhan ma eviti di andarci. Aver fatto l'opposto di quello che hanno fatto avrebbe senso: per favore non venite a Wuhan! Ma bloccarli dentro comporta la moltiplicazione delle incertezze. In Occidente bisogna disinibirsi nel nostro dialogo collettivo con la Cina. Ci sono casi in cui rispettare la cultura altrui è un terribile errore. Questo concetto contemporaneo che bisogna rispettare la cultura di tutti è molto pericoloso nel caso cinese. Ci sono due temi verso i quali l'Occidente dovrebbe manifestare un disprezzo non stop. Uno è l'intera medicina cinese che sta distruggendo le ultime tigri perché hanno questa idea di usare le ossa delle tigri per dei loro preparati. Una cretinata che sta distruggendo le tigri, le antilopi dell'Asia centrale ed una serie di altre creature che appaiono nella medicina cinese. La medicina cinese deve essere ridicolizzata e delegittimata perché sta distruggendo molte specie rare. I serpenti, per esempio, sono quasi scomparsi - e anche questo si lega alla medicina cinese - perché sono convinti che il sangue di serpente aumenti la virilità? Bisogna delegittimare la medicina cinese, è una cazzata. A Wuhan, come in tutte le città cinesi, c'è anche un mercato dove si vendono apertamente animali rari per essere mangiati. Nel caso di Wuhan vendevano i lupetti, piccoli lupi neonati e poi i pipistrelli e altro. In ogni città cinese vendono animali esotici, rari, che dovrebbero essere lasciati in pace. Bisogna esprimere disgusto per il fatto che loro mangiano animali perché come tutti sanno guando un virus salta all'uomo da un animale domestico è pericoloso ma meno di guando arriva all'uomo da un animale esotico. Perché l'animale domestico convive con l'uomo da migliaia di anni mentre quello esotico no, e non essendoci stata la convivenza è più pericoloso".

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