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Coronavirus, dalla Federico II la possibile nuova terapia: svolta legata alla interluchina

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«L’interleuchina 17 (IL-17) è implicata nelle complicazioni polmonari associate al Covid-19?». È la domanda scientifica sollevata dal Dott. Gian Marco Casillo e da un gruppo di ricercatori (Federica Raucci e Anella Saviano,) guidati dal Prof. Nicola Mascolo e dal Dott. Francesco Maione presso il Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con la prestigiosa Università di Birmingham (Asif Iqbal e Adel Abo Mansour). Sulla base di diversi studi effettuati su pazienti positivi al Coronavirus, che dimostrano la correlazione tra l’attacco del virus, l’azione del sistema immunitario e il rilascio di citochine (mediatori principalmente coinvolti nella risposta infiammatoria), questi ricercatori hanno recentemente pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Pharmacological Research un articolo che raccoglie tutte le principali prove pre-cliniche e cliniche a supporto del coinvolgimento dell’interleuchina 17 nei processi infiammatori, anche delle vie respiratorie. Inoltre è stato riportato il binomio molecolare che tale citochina stabilisce con l’interleuchina 6 nell’induzione delle complicazioni polmonari (moderate e severe) associate al Covid-19. Considerando la comprovata implicazione dell’interleuchina 6 nell’infiammazione polmonare da Sars-Cov-2, recentemente è stata avviata una sperimentazione clinica, autorizzata dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), sull’utilizzo in terapia di un anticorpo in grado di bloccare tale citochina (Tocilizumab) già impiegato nel trattamento dell’artrite reumatoide. «Questa potrebbe essere la futura chiave di svolta al livello terapeutico - spiega il Dott. Casillo - in quanto la combinazione di un anticorpo neutralizzante l’interleuchina 6 e l’interleuchina 17 potrebbe rappresentare un potenziale approccio terapeutico futuro». «Si tratta di un’ipotesi molecolare - aggiunge il Prof. Maione - che va validata mediante esami da effettuare sia sul siero che sul liquido polmonare di pazienti affetti da Covid-19, sia in fase moderata che severa». Solo così si potranno raccogliere dati scientifici sufficienti che legittimeranno l’impiego di nuovi farmaci (anti-interleuchina 17) in terapia.

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