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Impotenza, tutta la verità in un cromosoma: notizie disastrose per chi fatica a letto

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E niente. In molti casi non c'entrano età, obesità, diabete, iperplasia prostatica, disturbi delle vie urinarie, colesterolo, neuropatie o malattie cardiovascolari per favorire la comparsa della disfunzione erettile, perché per molti uomini l'impotenza è determinata dalla nascita, in quanto è scritta nei geni. In un'area genomica del cromosoma 6 é stata individuata una sequenza associata all'aumento del rischio di questa patologia maschile, ossia dell'incapacità di ottenere o mantenere un'erezione sufficiente per l'attività sessuale, un problema che affligge milioni di individui nel mondo. 

Una ricerca condotta dagli esperti del Kaiser Permanente, coadiuvati da diverse università americane, pubblicata sulla rivista "Proceeding of the National Academy of Science" ha identificato con precisione una variante genetica legata a questo tipo di disturbo, strettamente legata al gene Sim1, quello che interferisce con uno specifico circuito ormonale (leptina-melanocortina) deputato sia alla regolazione dell'indice di massa corporea, sia alla regolazione dell'attività sessuale. La ricerca, condotta su ben 36mila uomini affetti da disfunzione erettile assolutamente refrattaria ai comuni farmaci, aveva l'obiettivo di individuare la variante del genoma collegata con la presenza di tale disfunzione, ed ha anche appurato che il gene Sim1 non ha niente a che fare con la regolazione del peso, ma agisce con un meccanismo diverso, correlato ai neuroni del desiderio sessuale. 

 

IN TESTA
Benché parta tutto dalla mente, e da specifiche aree cerebrali, da diversi decenni sappiamo che questa patologia maschile è legata a molte cause, tra le principali delle quali, escludendo quelle di natura psicologica, imperano i fattori neurologici, ormonali e vascolari, i più frequenti, gli stessi sui quali si basano tutti i farmaci oggi esistenti per la disfunzione erettile che dimostrano grande efficacia terapeutica nella maggior parte degli uomini che ne fanno uso. 

Ma proprio dall'osservazione di quel terzo di pazienti disfunzionali che non traevano giovamenti da nessuno dei medicinali in uso è partito il sospetto che fosse proprio la genetica ad influire o a far fallire le cure, con l'individuazione di una associazione tra impotenza coeundi ed una specifica posizione genomica, chiamata "locus genetico", che è risultato significativamente associato all'alto rischio di disfunzione erettile, in quanto posizionato vicino al gene Sim1, quello responsabile del 26% del rischio di mancata erezione, che svolge un ruolo centrale nella regolazione del peso corporeo e della funzione sessuale. 

 

TERAPIE
Al contrario di quanto si pensi, la prova che esiste una componente genetica della malattia non è affatto una cattiva notizia, perché tale scoperta apre la strada a indagini su nuove terapie che possano influire sul delicato assetto cromosomico, poiché una volta scoperto il difetto genetico, è trovata la via per indagare nuovi farmaci più mirati, che vadano ad interferire con il meccanismo leptina-melanocortina, quelli appunto che possono indurre erezione e che potrebbero mandare in soffitta il sidenafil, il tadalafil, e vardenafil (principi attivi che noi conosciamo col nome di Viagra, Cialis, Levitra) almeno in coloro che hanno nel Dna la componente geneticamente determinata accusata di produrre impotenza. 

Questo lavoro, che è praticamente il primo che si attua in questo campo, indica quindi la strada verso nuove terapie per la disfunzionale erettile, le quali potrebbero essere utilizzate per trattare gran parte degli uomini che non rispondono ai trattamenti attualmente disponibili, dopo aver verificato, con un semplice esame del sangue, la base genetica, un nuovo elemento, molto utile, di ulteriore conoscenza della complicata, scientificamente parlando, sessualità umana maschile. r

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