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Chirurgia estetica, gli effetti del lockdown. D'Andrea (Sicpre): "In aumento i filler per il ringiovanimento"

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L’estate si avvicina e gli italiani, sia uomini che donne, ricorrono sempre più al chirurgo plastico: secondo i dati della Isaps (International Society for Aesthetic and Plastic Surgery) nel 2018 sono stati oltre 1.009.200 gli interventi di chirurgia estetica, con un aumento notevole rispetto al 2016. Nel dettaglio, sul totale delle procedure analizzate, le pratiche di tipo chirurgico sono state il 31,8% (pari a 320.510), in linea con il 2016. I trattamenti non chirurgici invece (il 68,2% del totale) sono aumentati dell’8%, con 688.690 procedure nel 2018, contro le 633.000 rilevate due anni prima. Numeri che, con la bella stagione oramai alle porte, tendono ad aumentare con una serie di interventi tra i più richiesti. 
In pole position resta la mastoplastica additiva con 54.000 interventi effettuati nel 2019 e un incremento del 10% nel 2020; segue la blefaroplastica: +24% in due anni, con 53.000 interventi nel 2019. Ancora la liposuzione: 45.600 pratiche stimate, in diminuzione però dell’11% rispetto al 2016. Infine il lipofilling del volto (25.300) e l’addominoplastica, con 23.000 interventi rilevati nel 2019. La rinoplastica resta invece al primo posto nella classifica di procedure di chirurgia plastica relativa agli uomini.
Così i trend del 2020 segnalano un incremento del ricorso alle pratiche mini invasive di medicina estetica, come filler e procedure per il ringiovanimento, che hanno interessato sempre di più sia i giovanissimi che gli over 70, in particolare per il viso. Il ritocco estetico non conosce crisi, nemmeno nei momenti di difficoltà come il Covid appena passato. A volere il “ritocchino” sono soprattutto le 18enni, ma anche le 70enni, complice anche l’effetto di social e influencer che spopolano in rete. Un incremento si registra inoltre per interventi su glutei e lato B da realizzare sia con protesi, da ripetere dopo 5-10 anni, che con grasso e infiltrazioni di acido ialuronico, adatto però solo per piccoli volumi.
Ma con l’estate post Covid e la voglia di ridurre gli effetti della mascherina sul viso tra le maggiori richieste vi sono quelle che riguardano il viso. Specie per il ringiovanimento del volto segnano una netta prevalenza di utilizzo della tossina botulinica (274.000 pratiche) e dell’acido ialuronico (252.000).
Sempre più apprezzate anche le pratiche estetiche che prevedono l’utilizzo di tecnologie: il totale dei trattamenti con apparecchiature biomedicali è salito a 118.000. In aumento poi la richiesta di trattamenti di epilazione definitiva con laser e luce pulsata che segna addirittura un +85%. Ma gli specialisti consigliano di fare attenzione soprattutto alla qualità e alla professionalità in questo tipo di interventi dopo il lockdown. «Le ultime novità nell'ambito dei trattamenti con tecniche mini invasive - dichiara Francesco D’Andrea, presidente nazionale SICPRE (Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica) - sono rappresentate dalle metodiche biologiche rigenerative, che vanno a sostituire l’uso di farmaci e sostanze di origine sintetica». «Si tratta - prosegue D’Andrea - di tecnologie avanzate che sfruttano la capacità rigenerativa di aggregati cellulari, chiamati microinnesti, prelevati dall’individuo stesso e immediatamente reiniettati nelle aree corporee da trattare, al fine di riparare tessuti danneggiati o semplicemente invecchiati».

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