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Coronavirus, lockdown in Italia e tutti liberi in Svezia? "Stessa mortalità", l'analisi dell'epidemiologo Ciccozzi

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Che si tappi tutto come ha fatto l'Italia o si propenda per il lockdown soft come ha fatto la Svezia la mortalità è sempre la stessa. Questo perché i fattori di incidenza nel calcolo delle vittime da Covid 19 sono molteplici  partire  dalla densità popolativa più o meno alta, l'assistenza sanitaria, il tracciamento dei malati e la prevenzione. La spiegazione è complessa. "Non c'è dubbio" osserva il professor Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Biomedico di Roma in un'intervento su Il Giorno, "che il virus ha colpito dappertutto praticamente allo stesso modo, pur in un contesto nel quale è mutato e ha perso progressivamente vitalità, contagiosità e letalità".

E ancora, aggiunge Ciccozzi: "Paesi come Italia e Svezia hanno una mortalità simile nonostante abbiano scelto strategie diverse, e questo per un complesso di ragioni. Ad esempio in Svezia l'età media è più bassa e la densità di popolazione inferiore, e questo ha compensato il lockdown meno rigoroso. E che l'età media della popolazione molto inferiore abbia ben compensato lockdown blandi o anche sostanzialmente inesistenti lo si vede anche in paesi come il Brasile". 

Chi ha fatto meglio come la Germania spiega Ciccozzi è perché "ha investito moltissimo nella sanità di territorio e nelle terapie intensive e perché ha fatto un ottimo tracciamento dei contatti. Questo ha pagato, anche se anche qui come in Spagna occorrerà vigilare su una ripresa dei contagi, della quale si vedono alcuni segnali, e che richiama alla necessità del distanziamento sociale". 

 

 

I conti di una epidemia? "Si fanno alla fine", osserva Giovanni Sebastiani, ricercatore statistico dell'Iac-Cnr, "Paesi come la Svezia, come la Gran Bretagna e a maggiore ragione le Americhe, hanno avuto l'epidemia in ritardo rispetto a noi, quindi il dato andrebbe confrontato a parità di giorni di epidemia. Quanto all'efficacia delle misure di prevenzione basta confrontare la Svezia con le vicine Norvegia e Finlandia che hanno scelto di fare il lockdown. E qui vediamo che se la prima ha una mortalità per milione di abitanti di 567, la Norvegia lo ha di 47, la Finlandia di 59. Quindi il lockdown ha pagato eccome".

A pesare sull'Italia c'è anche l'età media avanzata della popolazione. Lo spiega osserva Patrizio Pezzotti, responsabile del reparto di epidemiologia dell'Iss "rispetto alla mortalità attualmente simile tra Svezia e Italia uno dei fattori che ha inciso è il fatto che l'età media della popolazione della Svezia è inferiore alla nostra e sappiamo che questo virus è fortemente legato all'età. Ma la mancanza di lockdown ha pagato, come si vede anche in Inghilterra, dove il virus è arrivato in ritardo rispetto all'Italia ma il tasso di mortalità è già oggi superiore del 17%. In Germania invece hanno avuto tassi di mortalità molto più bassi dei nostri perché sono stati bravissimi a fare il tracciamento delle catene di trasmissione e perché potevano contare su molte terapie intensive, il che gli ha permesso di evitare un collo di bottiglia che si è visto ad esempio in Lombardia nella fase più acuta e rispondere meglio, abbassando la mortalità".

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