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Coronavirus, non solo i telefonini e le banconote: ecco dove si annida, l'allarme degli esperti

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Il coronavirus è ovunque. La trasmissione avviene soprattutto attraverso i cosiddetti droplets, ossia le goccioline che si eliminano quando si parla, si respira, si tossisce, si starnutisce. Queste, essendo minuscole, possono finire sugli oggetti o superfici vicini. Uno a caso? Il più usato: il telefonino. "Sicuramente, scambiarsi il telefono è un altro comportamento da evitare - spiega Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, al Messaggero - perché quando uno parla, se è contagiato, la quantità di goccioline emesse cariche di virus è ovviamente maggiore rispetto a quando si respira soltanto". Non solo, perché il monito si rivolge anche ad altro: "Va evitato poi lo scambio di bicchieri, posate e bottiglie. Soprattutto tra i giovani, queste abitudini sono comuni. Stesso accorgimento va seguito a casa per i teli da bagno".

Per questa ragione l'unico consiglio è disinfettare tutto, non solo i dispositivi, ma anche le mani. E ancora, fa eco Patrizia Laurenti, professoressa di Igiene dell'Università Cattolica di Roma: "È più sicuro l'utilizzo della moneta elettronica, meglio ancora il contactless, perché il bancomat lo tocca solo il proprietario, viene poggiato sul lettore, e quindi si tratta di una manovra sicura".

 

 

Accorgimenti che bisogna tenere in considerazione, soprattutto se si considera quanto detto più volte dal ministero della Salute. Secondo il dicastero di Roberto Speranza le particelle virali infettanti sono state scovate fino a 7 giorni sul lato esterno delle mascherine chirurgiche e fino a 4 su quello interno. Su plastica e acciaio inox fino a 4 giorni. Fino a due giorni, invece, su vetro e banconote. Un giorno soltanto sul tessuto e il legno e fino a 30 minuti su carta da stampa e velina. 

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