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Medicina e intelligenza artificiale: studi e approfondimenti nel nuovo libro di Giovanni Pasceri, “Intelligenza Artificiale, Algoritmo e Machine Learning”

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È un tema più che attuale quello dell’intelligenza artificiale, soprattutto a livello medico e scientifico.

L’argomento e tutte le sue implicazioni sono esposti in maniera più che esaustiva nel nuovo volume “Intelligenza Artificiale, Algoritmo e Machine Learning”, scritto dalProf Avv. Giovanni Pasceri, proboviro della FISM, che offre, in modo sistematico, organico e multidisciplinare, una rigorosa ricostruzione scientifica del concetto di intelligenza artificiale.

L’autore, in questo volume, ricco di case study, illustra il funzionamento della rete neurale, dell’algoritmo e delle tecniche di apprendimento, comparandolo con il sistema intellettivo neurale biologico caratterizzato dalla “proprietà emergente intellettiva” codificata nel genoma umano.

“L’intelligenza artificiale non potrà mai sostituirsi al medico che si confronta, sovente, con casi complessi ed imprevedibili, difficilmente “risolvibili” dal solo algoritmo con i suoi limiti matematici, logici e deduttivi” sottolinea Pasceri.

“Per la sua chiarezza espositiva, Intelligenza Artificiale, Algoritmo, Machine Learning rappresenta un ottimo e agevole strumento per l’approfondimento del tema per i medici legali e per i professionisti sanitari che vogliono approfondire l’argomento in maniera rigorosa ma, soprattutto, per i giovani medici che dovranno necessariamente confrontarsi con le nuove tecnologie e le problematiche afferenti i limiti dell’A.I. ed i rischi organizzativi conseguenti ad un non corretto utilizzo di tale tecnologia” aggiunge il Prof. Dott. Roberto Grassi, Professore Ordinario MED/36 Dipartimento di Medicina di Precisione Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, che ha curato l’introduzione del librodi Pasceri “il volume offre un interessante spunto di riflessione sull’analisi economica dell’incremento del fattore produttivo “tecnologico” e sulle problematiche riguardanti la dequalificazione professionale con un linguaggio che, ancorché tecnico, rimane allo stesso tempo fluido.” (Prefazione del tomo a cura del Prof. Dott. Giuseppe Cricenti, consigliere della Corte di Cassazione N.d.R).

 

Ma cosa si intende per intelligenza artificiale e quali sono le principali applicazioni nell’ambito sanitario?

“Il contributo parte dall’analisi della nozione principe di intelligenza artificiale che aspira alla creazione di una intelligenza uguale se non superiore a quella umana e, come tale, dotata di autonomia ed indipendenza nelle decisioni, per definire i limiti matematici e logici deduttivi che l’agente intelligente patisce”- dice Pasceri - “questa identificazione comporta il riconoscimento che l’apparecchiatura dotata di intelligenza artificiale abbia le medesime facoltà e caratteristiche tipiche del professionista, come l’autonomia nelle decisioni, la discrezionalità sulla prestazione da eseguire e sugli strumenti tecnici da utilizzare, la personalità della prestazione, intesa come capacità di eseguire la prestazione sanitaria, in modo integrale o parziale, “personalmente” ovvero senza poter delegare altri sostituti”.

Tale teoria si scontra con il “principio di esprimibilità” il quale dimostra che la logica intellettiva e la logica matematica non sono sovrapponibili e, spesso, alcune capacità tipiche dell’intelligenza umana, in grado di trovare soluzioni positive, anche agli imprevisti più remoti, sono frutto non solo della conoscenza tecnica, ma anche della cosiddetta “proprietà emergente” del cervello umano”.

 

L’intelligenza artificiale, quindi, non potrà mai sostituirsi interamente all’uomo?

“La scienza medica non è solo conoscenza biologica, ma analisi biografica del paziente che con il suo racconto permette al professionista di eseguire una diagnosi ed una prognosi corretta, soprattutto quando sussistono variabili biologiche e deterministiche che un algoritmo non può apprezzare. Sovente il concetto di intelligenza artificiale viene, poi, assimilato a sistemi di automazione “intelligente” o di mera innovazione tecnologica avanzata, sempre più sofisticata, che spinge l’uomo comune ad identificare, con una certa superficialità, le apparecchiature come intelligenti le quali perdono l’iniziale caratteristica attribuita con l’utilizzo quotidiano. Anzi, a dirla tutta, alcune applicazioni tecnologiche, anche non informatiche, mostrano un “ingegno” di gran lunga superiore a tante applicazioni definite intelligenti”.

 

In che modo l’innovazione a livello tecnologico sanitario aiuterà in modo determinante l’uomo?

“L’evoluzione tecnica scientifica aiuterà ad incrementare la capacità tecnologica, agevolando l’attività del medico, consentendogli un esame più attento delle problematiche diagnostiche e terapeutiche affrontate. L’agente intelligente, inoltre, consentirà al sanitario la ponderazione delle proprie scelte cliniche ma non potrà, certamente, sostituire il medico nella sua valutazione in quanto, quale soggetto pensante, è l’unica intelligenza in grado di affrontare le diverse specificità che presenta il paziente e le problematiche deterministiche insite nella professione sanitaria, difficilmente codificabili in un algoritmo.

L’analisi non riguarda solo la capacità di costruire una rete neurale complessa o un algoritmo robusto, ma la capacità in concreto dell’agente intelligente di “pensare” mediante lo sviluppo della capacità di apprendimento dell’apparecchiatura”.

Alcuni “case study” descritti da Pasceri nella sua opera dimostrano i limiti della capacità di “ragionamento” dell’apparecchiatura.

Secondo l’autore, i solleciti delle Istituzioni Europee a definire una lex robotica rischiano, in un quadro così delicato e complesso, di favorire una normativa non aderente al sistema della responsabilità professionale in ambito sanitario, reso già precario da alcuni interventi normativi che non si armonizzano con il sistema universalistico tipico del nostro sistema sanitario.

 

Infine, la parte conclusiva del volume è dedicata ai rischi da dequalificazione professionale conseguente ad un eccesso di affidamento del professionista al responso dell’apparecchiatura. L’altro fenomeno affrontato, non meno importante, è il cosiddetto “black box” in cui il medico, in quanto intrappolato in un meccanismo che non riesce a governare, da protagonista del processo clinico, si trova ad interpretare il ruolo di spettatore.

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