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Vaiolo delle scimmie, altro che Covid: terrore per i primi casi in Europa, ecco come ti ammazza

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C'è il vaiolo delle scimmie: due casi scoperti in Gran Bretagna per contagio da monkeypox, il cosiddetto vaiolo delle scimmie. Due persone, di nazionalità non rivelata, hanno ricevuto le cure del caso e il ricovero in un ospedale nel nord del Galles. A diffondere la notizia, quasi per caso e del tutto inaspettata, il ministro della Salute britannico Matt Hancock. Che stava presentando la situazione pandemica. A un certo punto, scorrendo come un elenco di virus in azione, ha menzionato la parola “focolai” a proposito del vaiolo delle scimmie.

 

 

Uno solo dei due pazienti contagiati (anche coinquilini) è ancora in ospedale, anche se non si conosce nulla della sua persona e del decorso della malattia. Si conferma che il contagio è avvenuto fuori dai confini britannici. Il ministro Hancock  ha descritto questo tipo di evenienza come assolutamente standard. Il virus del vaiolo delle scimmie, individuato per la prima volta in Congo nel 1970, non è di facile contagio, ma ha effetti molto gravi sulle persone che lo contraggono.

 

 

 

A veicolarlo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono in genere ratti, roditori vari, piccoli mammiferi selvatici in genere o il consumo di carne non controllata. Fra i sintomi iniziali: febbre, dolori muscolari e alla schiena, mal di testa, linfonodi gonfi, spossatezza. Un consulente del Servizio sanitario gallese ha quindi provato a tranquillizzare la popolazione evidenziando gli sforzi profusi tempestivamente dalle istituzioni contro il nuovo virus: "Abbiamo lavorato con colleghi di diverse agenzie, seguendo protocolli e procedure collaudati e identificato tutti i contatti stretti. Sono state messe in atto azioni per ridurre al minimo la probabilità di ulteriori infezioni".

 

 

 

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