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Grana Padano contaminato da lisozima? La smentita del Consorzio: "Errore di un dipendente nell'etichettatura"

 Grana

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Riceviamo e pubblichiamo la richiesta di rettifica inviata a Libero da Stefano Berni​, direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano, in relazione a un articolo da noi pubblicato il 30 giugno scorso dal titolo "Grana Padano contaminato, 'gravi effetti collaterali': allarme in Italia, il prodotto da evitare".

"Precisiamo che non esistono confezioni con apposte etichette di Grana Padano che non riportino la presenza di lisozima, a parte quei rarissimi casi di produzione di Grana Padano senza lisozima, ma trattasi di presenza irrilevante. Quindi non esiste alcun problema circa la presenza di lisozima nel Grana Padano che c’è da sempre e da sempre è espressamente e vistosamente dichiarato sulle etichette.
È pertanto pressoché impossibile poter rilevare presso punti vendita confezioni di Grana Padano ove sia omessa la presenza del lisozima.
Ma cos’è il lisozima? È una proteina naturale presente nel latte materno, nelle lacrime, nella saliva umana ed anche nell’uovo di gallina dal quale è estratto tal quale per essere utilizzato, peraltro in dosi contenutissime, nella produzione di Grana Padano. Ciò al fine di stabilizzare e favorire la migliore maturazione e stagionatura del formaggio.
Effettivamente è successo che un nostro confezionatore consorziato, per errore di un suo dipendente che ha sbagliato a inserire nella confezionatrice il rullo delle etichette in cui abitualmente è anche indicato il peso e il prezzo, ha apposto le etichette del Pecorino Romano anziché quelle del Grana Padano per una fornitura di Grana Padano diretta all’estero.
Ovviamente nelle etichette del Pecorino Romano non c’è l’indicazione del lisozima perché nello stesso non è contenuto. La catena distributiva estera a cui è stato destinato questo prodotto, accortasi dell’errore, ha provveduto a ritirare il prodotto già distribuito nei propri negozi e ha dovuto attivare l’alert comunitario per informare quei consumatori che eventualmente fossero stati tratti in inganno nell’acquisto causa l’etichetta sbagliata.
Pertanto non esiste alcun problema circa il Grana Padano e il lisozima ma si è trattato solo di un errore di apposizione di etichette su alcune, per fortuna poche, confezioni già ritirate.
Perché il lisozima, pur essendo una proteina naturale, va dichiarato? Perché essendo estratto dall’uovo è doveroso informare i soggetti allergici alle uova di questa presenza, quand’anche ripetute prove cliniche effettuate negli anni scorsi hanno dimostrato l’assenza di palesi reazioni allergiche in soggetti notoriamente allergici all’uovo testati per verifiche scientifiche dopo l’ingestione di Grana Padano. Nonostante queste rassicuranti verifiche il nostro formaggio continuerà sempre ad indicare con risalto la presenza del lisozima perché il primo must dello scrivente Consorzio Grana Padano è, da sempre, la corretta informazione del consumatore e la consapevolezza di ciò che lo stesso decide di acquistare e consumare.
Chiudo con una domanda provocatoria: ma potrebbe il prodotto DOP più consumato in Italia e nel mondo cercare di nascondere la palese storica presenza del lisozima? Se così si facesse o qualcuno ritenesse di farlo si tratterebbe di una inutile, stupida e illogica finzione, immediatamente rilevabile.
Infatti nel nostro formaggio  c’è il lisozima e noi trasparentemente e orgogliosamente lo diciamo perché sappiamo che, al di là di eventuali allergie da uovo, il lisozima fa bene e a testimoniarlo basta la notizia che in premessa abbiamo citato e cioè che uno degli alimenti più ricchi di lisozima in natura è il latte con cui la donna nutre i propri figli".

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