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Cani e gatti, quali sono le piante-killer: ciò che nessuno deve (mai) avere nella propria casa

Miriam Romano
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La convivenza tra piante e animali domestici può essere ardua. Non solo per le acrobazie dei gatti, campioni di salti, o le corse comiche dei cani che, maldestri, rovesciano i vasi riducendoli in mille cocci. Ma i nostri animali hanno un altro vizio da tenere a bada. Le foglie, i fiori, il verde attirano i quattro zampe come il miele le api. Basta una distrazione per ritrovarsi rosicchiata la pianta appena sistemata. I cani strappano le foglie, i gatti le assaggiano. Non crucciamoci troppo per queste abitudini: è un modo tutto loro di conoscere e sperimentare. Sono curiosi: leccano, annusano, mordono e talvolta persino ingoiano. Il problema, però, non è solo delle piante che vengono sfoltite e mutilate. I vegetali possono essere molto nocivi per cani e gatti.

 

 

 

Cosa è meglio scegliere

Da disturbi intestinali ad avvelenamenti, sono molteplici i problemi di salute che possono derivare agli animali dal mangiare o anche solo leccare le foglie di una pianta. Per questo, il consiglio per chi ha un animale in casa (a meno che non si abbia il tempo di vigilare ventiquattro al giorno sul pet) è quello di scegliere solo piante "pet friendly": innocue per i quattro zampe anche quando vengono divorate. «Una buona prassi da seguire nell'acquisto di piante adatte alla convivenza con cani e gatti è quella di puntare ai vegetali che sono commestibili anche per l'uomo. In generale quelle che possiamo mangiare noi, le possono mangiare anche gli animali», spiega Giovanni Barbieri, vivaista di via Rombon a Milano. Tra queste ci sarebbero le violette e alcuni tipi di viola. «Sono usate anche per gli infusi, i cocktail, ma persino diventano ingredienti di alcuni piatti», precisa Barbieri. Anche la lavanda è un fiore che può colorare gli appartamenti senza nuocere agli animali domestici. Come le viole, è commestibile e viene usata per aromatizzare alcune ricette. «Ad esempio molti usano la lavanda per insaporire formaggi. Ma oggi viene utilizzata anche con la carne o le verdure. Sicuramente piacerà anche agli animali», aggiunge l'esperto. O la monarda, con i suoi colori sgargianti, è consigliata a chi convive con i pet. La calathea tricolore è invece un'ottima soluzione per chi ama le piante tropicali: non costituiscono alcun intralcio alla convivenza con gli animali. Lo stesso vale per la maranta che non solo non porta danni a cani e gatti ma ha pure proprietà benefiche e curative. Per andare più sul classico, anche le orchidee sono pet friendly. «Oltre a essere piante che si adattano un po' a tutti gli ambienti e non stonano mai», suggerisce il vivaista. Più particolare è invece la cosiddetta felce di Boston, pianta che non fa male agli animali, che però è più complicata da curare perché richiede ambienti molto luminosi. «È tradizionalmente una pianta da salotto. La consiglio per chi ha una sala grande ed esposta alla luce». Mentre il falangio, oltre a essere pet friendly, purifica l'aria. Diversamente esistono piante molto pericolose per i nostri animali domestici. Tra i nemici dei felini figurano l'oleandro e la peonia selvatica, ad esempio. Mentre pericolosi per fido potrebbero essere, invece, l'aloe e la begonia. Ma anche il filodendro, una pianta molto comune negli appartamenti, pericolosa per i cani e soprattutto per i gatti. «All'interno delle foglie, del fusto e dei piccioli è presente infatti una linfa che può provocare l'intossicazione», spiega Barbieri. Così come l'edera e la stella di Natale. Ma anche il ciclamino, l'agrifoglio, l'azalea, il tasso e l'ortensia: tutti vegetali da tenere a debita distanza da cani e gatti.

Parla il veterinario

«Capitano quotidianamente casi di animali che rischiano molto per aver mangiato foglie, cortecce o addirittura radici», spiega il veterinario Gianluca Salvemini, «I padroni spesso arrivano in ambulatorio con gli animali senza aver capito cosa sia successo al proprio animale, perché non si sono accorti che il cane o il gatto ha ingerito parti di piante domestiche. Quindi a volte la diagnosi non è immediata e il ritardo può essere ancora più nocivo. La scelta delle piante, lo dico spesso, non può essere casuale», conclude il veterinario. 

 

 

 

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