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Settembre senza pietà, tornano tutti i problemi lasciati prima delle vacanze: tanti propositi, molta malinconia

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Lucia Esposito
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Settembre è una spietata illusione. Il sole scalda senza far sudare e la luce rischiara ma non abbaglia più. Sulle spiagge gli ombrelloni sono quasi tutti chiusi però il sogno di un tuffo è a un passo da noi. Sembra ancora estate ma è già quasi autunno. All'imbrunire  un vento fresco soffia timido sugli alberi e sulle nostre malinconie. Un brivido corre sulla pelle scoperta e la maglietta dell'estate è già troppo leggera. Settembre è un mese che non dà scampo. Fino all'ultimo giorno d'agosto, nelle ore lente, sembrava lontanissimo. Sotto l'ombrellone, settembre era lo spazio e il tempo in cui riversare tutte le rogne, le imposte da pagare, i buoni propositi e i cattivi pensieri. Settembre era la discarica delle nostre preoccupazioni e la cassetta postale a cui spedire i nostri desideri. Poi, all'improvviso, eccolo qui. Una mattinati svegli e scopri che lui è già arrivato. Dolce e violento come i suoi temporali, ci scuote dal torpore. È come una sveglia tiranna che non puoi rinviare, come l'esattore delle tasse che chiede il conto e ci mette spalle al muro. Non abbiamo più scuse: dobbiamo fare. E così il vuoto dei giorni estivi si riempie come le pagine delle nostre agende.

TUTTO COME PRIMA L'estate aveva messo in pausa le vite, ma settembre ci costringe ad uscire a passo svelto dal tempo sospeso di luglio e agosto e ci riporta esattamente dove eravamo rimasti. E così ritroviamo tutti i problemi di prima, il capo che stressa, il collega insopportabile, l'amica che si lamenta, il portinaio con il mucchio di bollette da pagare, l'abbonamento da rinnovare e i conti da saldare. Ci eravamo illusi che al nostro ritorno qualcosa sarebbe cambiato, che la risacca delle onde avrebbe risucchiato anche i nostri guai, ma settembre toglie tutti i veli alle nostre speranze, cancella le sfumature ed è crudele quando mette a fuoco la verità. Per gli amori estivi è un mese feroce perché, ancora una volta, costringe alla resa dei conti. Lasciarsi nelle lacrime di un ultimo abbraccio e correre incontro a nuove labbra con il rimpianto di quello che poteva essere e non sarà, oppure scegliersi ancora e vedere che effetto farà incontrarsi quando sul prato, al posto delle margherite, ci sarà un tappeto di foglie gialle e i corpi saranno nascosti sotto strati di lana.

SCUOLA E LIBRI Per gli studenti settembre ha il suono amaro della campanella della scuola e quello squillante della voce della maestra che ricomincia a fare l'appello. Ha il profumo del sussidiario nuovo e del grembiule fresco di bucato. Ha il sapore dolce dell'uva settembrina e dei fichi appena raccolti. Per i genitori settembre è un miraggio. Un'ultima decina di giorni di calvario e poi i pargoli torneranno finalmente a scuola. La vita rientrerà nei binari e la locomotiva ripartirà. Il prezzo da pagare sono gli acquisti per la scuola ché la cartella dell'anno scorso è fuori moda e i colori chissà dove sono finiti. Settembre è il vero Capodanno. Non ci sono veglioni, ma si dorme poco per i pensieri che si affastellano nella testa. Ricomincia tutto. Si rinnovano le iscrizione alle palestre, si programmano corsi, si cominciano le diete. È tempo di bilance e bilanci. È il mese della nostalgia e dell'attesa. Si pensa al futuro ma poi ci si volta indietro per ritrovare il sorriso di un amico incontrato d'estate o il gusto salato di quella fuga notturna in riva al mare. Settembre, in fondo, è un ponte che il calendario ci lancia per traghettarci verso l'autunno dolcemente. Trenta giorni che attraversiamo malinconici per l'estate che scivola via come l'abbronzatura dalla pelle e trepidanti per ottobre che arriverà con i suoi colori crepuscolari. La sera chiudiamo finestre e balconi, stendiamo una coperta leggera leggera sul letto, e aspettiamo che il sole di un nuovo giorno ci regali l'illusione che sia ancora estate.

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