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Stati Uniti, esseri umani presenti 23mila anni fa: trovate le impronte che riscrivono la storia

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Gli esseri umani erano presenti in America già 23mila anni fa: lo dimostrano alcune impronte di piedi appena scoperte in Nuovo Messico. Si tratta della più antica traccia della presenza umana nel continente e dimostra che qualcuno viveva lì già prima dell’ultima Era Glaciale. A fare questa scoperta sono stati i ricercatori della Bournemouth University, in collaborazione con lo US Geological Survey. Le impronte in questione sono state trovate all’interno del Parco Nazionale di White Sands, nel Nuovo Messico. 

 

 

 

Le impronte sono state lasciate nel fango morbido sul fondo di un lago, dove poi si sono solidificate e conservate per tutti questi millenni, intrappolando al loro interno anche semi di piante primitive. La cristallizzazione delle impronte - poi giunte fino a noi - è avvenuta anche grazie alla glaciazione del lago dovuta al periodo di intenso freddo. "Le nostre datazioni dei semi antichi sono molto precise e dimostrano una stratificazione dei semi appartenenti ad epoche storiche diverse all’interno di una stessa impronta – ha spiegato Kathleen Springer della US Geological Survey. – L’analisi al radiocarbonio ha permesso di datarle".

 

 

 

Si tratta di una scoperta straordinaria. Finora, infatti, si è sempre pensato che gli insediamenti umani più antichi nel continente americano risalissero a circa 16mila anni fa. Gli archeologi ritenevano improbabile la presenza dell’uomo prima di questo periodo. La recente scoperta, invece, dice il contrario. Le impronte trovate sono di vario tipo: ci sono quelle umane, ma anche quelle di alcune specie animali come uccelli, mammut e lupi. Questo fa pensare a un’interazione fra esseri umani, animali e anche ambiente naturale. "Possiamo ipotizzare che i nostri antenati erano pragmatici, dediti alla caccia e all’adozione di strategie di sopravvivenza, ma ciò che vediamo attraverso queste impronte è un’attività di gioco che coinvolge individui di età diverse - ha spiegato il professore Matthew Bennett -. Un vero e proprio spaccato nella vita quotidiana dell’epoca".

 

 

 

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