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Ghiacciai, "sorprese dal loro scioglimento": cosa può spuntare, una clamorosa scoperta

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«Il Museo della Guerra Bianca è una realtà particolarmente importante nell'ambito del patrimonio culturale lombardo. Costituisce un unicum a livello lombardo, italiano ed europeo». L'incoronazione della struttura che ha sede a Temù, arriva direttamente dall'assessore alla Cultura di Regione Lombardia Stefano Bruno Galli. «L'eredità storica del primo conflitto mondiale in Lombardia e l'esposizione delle più concrete testimonianze, spesso liberate dai ghiacci eterni, di una guerra davvero diversa, quella combattuta in alta montagna, dai tremila metri di quota in su, trovano il loro epicentro a Temù».

 

 

Galli ricorda come «A partire dalla sua nascita, a metà degli anni Settanta, il Museo è stato notevolmente arricchito e più volte rinnovato, con intelligenza e competenza, esponendo reperti rinvenuti lungo la prima linea del fronte di ghiaccio, estrema propaggine occidentale del fronte italo-austriaco, fra il gruppo montuoso dell'Ortles-Cevedale e il gruppo dell'Adamello-Presanella». Un «piccolo segmento "della fronte" - al femminile, come si diceva allora - qual è quello che caratterizza il territorio lombardo. Esigua frazione - ricorda Galli - della prima linea del conflitto: breve, se paragonata al fronte atesino e quello isontino. Ma molto particolare e grazie al Museo della Guerra Bianca - bene tutelata e valorizzata, nel quadro di un articolato sistema museale e di fortificazioni militari che va dal lago di Garda allo Stelvio».

 

 

L'assessore ricorda poi come «Sul monte Scorluzzo, a 3094 metri di altitudine, è stata scoperta, proprio dai ricercatori del Museo della Guerra Bianca, e smantellata per essere ricostruita a valle, una baracca austriaca perfettamente conservata sotto la roccia». Analizza Galli: « Da un lato le difficoltà morfologiche del territorio del conflitto e dall'altro la necessità di attrezzare delle linee protette molto ravvicinate per difendere le vette, che avrebbero consentito il controllo delle vallate: questi due elementi resero particolarmente sanguinosi e violenti gli scontri, che fecero un numero impressionante di vittime in alta montagna. E la maggior parte degli scontri - come spesso accadde nella Grande Guerra - fu davvero inutile. Stefano Bruno Galli Le testimonianze "tangibili" di quel conflitto e dell'immane sacrificio di uomini da entrambe le parti, italiana e austriaca, sono conservate al Museo della Guerra Bianca». Un museo, che secondo Galli, «svolge anche un'importante attività di recupero e di ricerca storica. Dal punto di vista normativo, è imminente - da parte nostra - la definizione della figura del "recuperante", in previsione di un progressivo scioglimento dei ghiacciai e dunque del rilascio di oggetti e reperti storici da conservare. È altresì imminente la definizione di "piccolo museo" allo scopo di valorizzare realtà importanti come il Museo della Guerra Bianca, che val bene una gita domenicale». 

 

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