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Epatite acuta, l'esperto sulle conseguenze del Covid: la teoria dietro l'infezione

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L'epatite acuta di origine sconosciuta sta facendo temere il peggio. Mentre aumentano i casi tra i più giovanissimi, a spiegare le possibili motivazioni è Giuseppe Indolfi. L'epatologo mette subito le mani avanti, dicendosi preoccupato per quello che sta accadendo all'estero, in particolare nel Regno Unito. "Abbiamo avuto alcune notizie di quello che sta succedendo in Inghilterra. Da gennaio sono stati segnalati 108 casi dei quali 8 hanno avuto necessità di trapianto di fegato, una percentuale preoccupante. Nel 77 per cento dei casi era stato identificato un adenovirus, ma siamo tutti ancora molto cauti nell'attribuire una responsabilità patogenica a questo virus".

 

 

Raggiunto dal Giorno l'esperto spiega che l'infiammazione potrebbe non essere legata a un virus. Anzi, "non abbiamo una connessione effettiva tra uno specifico virus e il quadro della malattia. La percezione generale è che questa epatite acuta abbia a che fare con un agente infettivo che si comporta come un virus".

 

 


Tra le varie ipotesi degli scienziati che ancora brancolano nel buio, quello che l'epatite sia legata alle conseguenze del lockdown. Nulla comunque che avrebbe a che fare con il Covid. "Invece - conclude - potrebbe collegarsi al lockdown che ha esposto a una minore esperienza immunologica i bambini che ora tornano ad avere contatti diretti e sono più suscettibili alle malattie che non hanno incontrato prima. È un oggetto di interesse e valutazione scientifica". Nonostante in Italia l'emergenza esista, per Indolfi bisogna evitare di seminare il panico perché risulta solo controproduttivo. 

 

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