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Panace di Mantegazza, la pianta-killer: ustioni e cecità, chi rischia e dove (in Italia)

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Una pianta tanto bella quanto pericolosa e dolorosa. La Giant Hogweed, nota in Italia con il nome di Panace di Mantegazza, può riservare delle brutte sorprese a chi ne sfiora foglie e fiori. Tra gli effetti collaterali si segnalano, infatti, infiammazioni cutanee, vere e proprie ustioni, macchie viola sulla pelle fino, nei casi più gravi, cecità. Anche alla luce di tutto cioè, la pianta si è guadagnata la poco simpatica fama di "pianta più pericolosa" della Gran Bretagna, dov'è particolarmente diffusa. 

 

 


I più esposti sono ovviamente i cani e i bambini, che si muovono tra queste piante senza particolari attenzioni. Nel nostro Paese, la Panace Gigante si trova soprattutto in Lombardia (come riporta il Messaggero, è stata segnalata dall’Orto Botanico di Bergamo in Val Seriana, tra Ponte Nossa e Clusone), in Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. Più rara, ma comunque presente, in Veneto e in Trentino.

 

 

 

Il suo nome scientifico è Heracleum mantegazzianum e appartiene alla famiglia delle Apiaceae, come prezzemolo, carota, pastinaca, cumino e coriandolo. Prospera nei luoghi soleggiati e può arrivare alla impressionante altezza di cinque metri. E' riconoscibile dallo stelo con puntini bianchi e viola e dai fiori bianchi disposti "a ombrello". La linfa della pianta contiene sostanze tossiche organiche che se a contatto con la pelle umana causano grandi e dolorosi vesciche, eruzioni cutanee che possono durare mesi con danni anche a lungo termine con vistose cicatrici. Finora non sono stati registrati casi di morte

Particolarmente pericolosa è la linfa della pianta, che contiene composti chimici tossici organici che penetrano in profondità nei tessuti: il contatto con la pelle può provocare eruzioni cutanee, ustioni gravi, dolorose vesciche, infiammazioni, ma anche danni a lungo termine come cicatrici e, nel caso di contatto tra la linfa e gli occhi, persino la cecità. Inoltre, in alcuni casi le eruzioni cutanee potrebbero durare anche per mesi.  Non sono stati registrati casi in cui il contatto con la pianta ha causato la morte. Importante, ovviamente, restarne alla larga. In caso di contatto, sottolinea ancora il Messaggero, è fondamentale restare lontani dal sole, la cui luce infatti attiva le tossine e la reazione allergica.
 

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