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Inghilterra, dinosauro in giardino

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Il ritrovamento eccezionale presso Downham Market, nel Norfolk

francesca Belotti
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Per John Ruggles, 75enne inglese, è una semplice roccia dalla forma un po' strana, che spunta dal suo giardino e che per nove anni ha tenuto come ornamento. Un giorno, però, incuriosito, decide di liberare il sasso dal terriccio, accorgendosi che, in realtà, è qualcosa di ancora più misterioso. Spedisce allora “la strana roccia” ad alcuni esperti di un museo vicino, scoprendo la sua vera identità: quel che resta di un plesiosauro vissuto 135milioni di anni fa. È la storia di un ritrovamento eccezionale, avvenuto in Inghilterra, presso Downham Market, nel Norfolk. Secondo gli esperti, che hanno analizzato il reperto del giardino di Ruggles, si tratta di un frammento fossile molto raro, ritrovato in "condizioni sbalorditive". "Rappresenta ciò che resta di una “pagaia” di plesiosauro, un animale che viveva nei mari del Giurassico", spiega un portavoce del Lynn Museum. "Sono ancora visibili i vasi sanguigni che irroravano l'arto, aspetto paleontologico difficile da riscontrare, in quanto le parti molli degli animali raramente lasciano tracce". Le pagaie erano in realtà delle pinne modificate in grado di facilitare gli spostamenti in acqua. Il fossile misura trenta centimetri per venti. "Mi ero accorto che era una roccia diversa da tutte le altre", rivela Ruggles, "tuttavia mai mi sarei sognato di poter ospitare fra le mie piante un reperto così antico. Quando mia figlia ha ricevuto la lettera dal museo, non potevo crederci". Il fossile di plesiosauro si trova ora presso il Lynn Museum di King's Lynn, cittadina fluviale non lontana da Norwich. I plesiosauri sono fra i più famosi rettili marini del giurassico. Erano lunghi in media dai tre ai cinque metri. Caratterizzati da una piccola testa, un lungo collo sottile e un corpo largo e piatto, mangiavano soprattutto pesci. William Conybeare, lo scienziato che per primo descrisse la specie, indicò il plesiosauro come "un serpente passato attraverso il corpo di una tartaruga". Gianluca Grossi

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