Cerca
Cerca
+

Animali stressati dagli uomini: gatti, cervi e rane? Cosa non sopportano di noi

Alessandro Dell'Orto
  • a
  • a
  • a

Per noi, tutto sommato, è facile abituarsi alle loro esigenze. Basta una coccola al momento giusto, una carezza, una passeggiata, del cibo sano ed ecco fatto, il nostro animale è felice e quindi siamo felici anche noi. Ma avete mai provato a pensare che caos è per loro gatti, cani, pesci rossi, ma anche cavalli o esemplari selvatici di qualsiasi specie - abituarsi o anche solo avvicinarsi alla vita umana? Sì, tipo le strane attività di noi padroni, ma soprattutto tutte le diavolerie (loro, gli animali, le vedranno così) che ci caratterizzano la vita: cellulari, tombini, ascensori, tangenziali, automobili per noi sono comodità, per loro minacce che causano spaventi, traumi e purtroppo anche disgrazie.  Ecco perché nella cronaca di tutti i giorni è sempre più facile leggere di disavventure o buffi incidenti che, quando si risolvono senza gravi conseguenze, fanno sorridere, ma purtroppo spesso diventano tragedie.

 

 

Come quella capitata sei giorni fa a un povero cagnolino in un palazzo di Palermo.  L’animale era in ascensore con il padrone dopo la passeggiata quotidiana e, quando il montacarichi si è fermato al pianerottolo, è uscito scodinzolando verso casa. Proprio in quel momento, però, dal piano superiore un vicino ha pigiato il pulsante per chiamare l’impianto e le porte si sono chiuse improvvisamente, strangolando il cane e uccidendolo sul colpo. Da non credere. È andata meglio, per fortuna, a una gattina finita chissà come, pochi giorni fa, sul cornicione dei piloni di una tangenziale, all’altezza di Scalo San Lorenzo, a Roma. La micia, probabilmente frastornata dal caos e spaventata dai motori e dalle auto, rischiava di precipitare nel vuoto e anzi, ad un certo punto, stremata e stressata, si è lasciata cadere ormai rassegnata al peggio. Ma, per miracolo, anziché schiantarsi a terra è atterrata su un telo bianco - steso nel frattempo, sotto la sopraelevata, da una decina di residenti che si erano accorti del pericolo- che ha ammortizzato la caduta salvandola. Applausi, sorrisi, qualche lacrimuccia e un doppio lieto fine: la gattina, soprannominata “Kiki”, ha trovato una famiglia che l’ha adottata.

 

 

A raccontare su Facebook la vicenda - tra l’altro ripresa in un video postato sul profilo Instagram “Welcome to Favelas” - è stato Christian, il ragazzo che allertato tutti: «Haru, il mio gatto, davanti alla finestra miagola ed è nervoso, agitato. Apro le persiane e vedo davanti a me il tratto di tangenziale chiusa dai pannelli di vetro antirumore.  Un gattino miagola forsennatamente. Chiamo gridando dei ragazzi che passano sotto la mia finestra, gli indico la presenza del povero micetto. Gli getto delle lenzuola e qualche coperta e faccio cenno di aprirle, facendo un cordone sotto il gatto come fanno i pompieri. Scendo anche io per essere d’aiuto e comincio a gridare a squarciagola al gatto: gettati, salta! Smuovendo le lenzuola. Una ragazza fa il verso del gatto e vedo che il gattino comincia a capire e guardare noi da lassù... una distanza infinita. Accenna a lanciarsi, poi ci ripensa, avanza un po’, poi cerca il punto giusto e salta. Salvo!».

 

Beh, se leggendo vi siete emozionati - tranquilli - siete in buona compagnia. Purtroppo, però, non sempre noi umani siamo intelligenti e sensibili come Christian. Ci sono assassini, come quello che una settimana fa ha gettato un gatto dal finestrino di un Suv a Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, uccidendolo, e psicopatici, come il folle (i carabinieri forestali stanno cercando di identificarlo) che ha portato illegalmente in Italia una rarissima tartaruga aracnoide- Pyxis arachnoides, esemplare ad alto rischio di estinzione originario del Madascar - per poi abbandonarla, giovedì scorso, in un parco pubblico di Nichelino (Torino).  A volte, ovviamente, sono gli animali stessi che si mettono nei guai da soli. Facile imbattersi in storie di gatti che si intrufolano nei motori delle auto per riscaldarsi e restano incastrati, oppure di cavalli che scivolano mentre attraversano ponti pericolanti, o ancora di gabbiani impigliati in fili da pesca. Curiosa e insolita, invece, la vicenda della cerva che martedì scorso alle 8.30, forse perdendo il senso dell’orientamento, si è ritrovata bloccata nella centrale elettrica di Ca’ Barzizza a Bassano del Grappa. I vigili del fuoco, i sommozzatori e la polizia sono intervenuti per soccorrerla ma, mentre la osservavano per cercare di capire come intervenire, la cerva, che camminava sullo sfioro dell’opera idraulica, è scivolata per oltre 10 metri. Panico. L’animale però ha sorpreso tutti: arrivata sul fondo senza farsi niente, con un salto atletico (circa sei metri) ha raggiunto il greto del Brenta e se ne è andata balzando con sollievo qua e là.

 

Di interventi per situazione assurde ce ne sono quotidianamente e in ogni parte del mondo. A raccontare i più strani del 2022, però, sono stati gli operatori della Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (Rspca), l’ente di beneficenza, nato per promuovere il benessere degli animali, che opera in Inghilterra e nel Galles.  A vincere la loro personale classifica degli incidenti più buffi sono stati un riccio, due volpi e una rana. Il primo è rimasto incastrato in un tubo di scarico a Hull, nell’East Yorkshire, e salvato grazie a delle pinze da barbecue; le volpi invece, furbe ma non troppo, hanno infilato la testa senza più riuscire a liberarla rispettivamente in un annaffiatoio a Colchester, nell’Essex, e in un barattolo di cibo per cani vicino a Londra. La storia della rana, però, batte tutti. La raganella Hispaniola ha compiuto un viaggio di 4.300 miglia (quasi 7mila km) dalla Repubblica Dominicana nei Caraibi al Regno Unito su un casco di banane. «Stavamo mettendo al posto la spesa in cucina e mia moglie si è rivolta a me e mi ha detto: “guarda c’è una rana nelle banane”. E io: “Scusa, cosa c’è nelle banane?”», ha raccontato incredulo Iain Holloway di Tamworth (Staffordshire). Nonostante le migliaia di km percorsi e il cellophane che la imprigionava tra i frutti, la rana era in buono stato di salute. E così è stata subito rimpatriata, questa volta con un viaggio più comodo.

 

 

 

Dai blog